Monumento/documento  

 

Racconta un’insegnante trasferita in una scuola di La Spezia, collocata all’interno di un’ex caserma dove durante la guerra erano rinchiusi prigionieri politici, di aver scoperto una lapide che ricorda le vittime, nascosta in un angolo dell’edificio, che i colleghi ignoravano.

A me è capitato invece di aver notato, nell’atrio di una scuola siciliana, un monumento a Crispi con iscrizione fascista che ne esalta le doti di conquistatore, seminascosto dietro alcune piante: quella figura e quelle parole per noi oggi hanno un significato diverso, ma perché non considerarle un “monumento/documento” dell’epoca e valutarne storicamente il significato che rivestiva nella scuola fascista?

L’edificio scolastico sta esso stesso a testimoniare, se opportunamente interrogato ed indagato, gli intenti – ideologici, politici, pedagogici, urbanistici – delle persone che l’hanno progettato e il vissuto di coloro che lo hanno abitato: scuole ottocentesche con ingressi diversi per maschi e per femmine, bassorilievi con fasci e iscrizioni fasciste, busti di benefattori e studiosi. Il susseguirsi delle vicende politiche e delle ideologie dominanti si stratifica nelle denominazioni stesse delle scuole e nelle iscrizioni e decorazioni sulle loro pareti: nomi di eroi risorgimentali e di conquistatori scalzano in epoca fascista quelli dei pionieri della pedagogia ottocentesca e delle prime donne laureate, illustri cittadini ormai sconosciuti lasciano il posto a capitani d’industria e uomini di scienza.

La ricostruzione storica dell’edificio può offrire un’interessante prospettiva di osservazione delle vicende cittadine, restituendo una geografia della scuola che si modifica seguendo eventi politici, congiunture economiche o calamità naturali. Lo stesso edificio scolastico - con annesso convitto – diventa a Venezia ospedale della Croce Rossa durante la Prima Guerra Mondiale, sede della Gioventù Italiana del Littorio dal 1936 al 1943, luogo di raccolta degli ebrei avviati alla deportazione alla fine del 1944 e alloggio per i profughi giuliani dopo la guerra. 

Alcune scuole veneziane, ospitate in palazzi storici, hanno ricostruito la storia dell’edificio nell’ambito del progetto “la scuola adotta un monumento”. Ma non meno interessante è studiare la progettazione, nascita e successive modificazioni degli edifici più recenti: prefabbricati sorti in pochi mesi sotto l’impeto della “scolarizzazione di massa”, edifici attraversati da strade e piazzette per realizzare l’idea della scuola-città negli anni ’70. E poi scuole-fabbrica, scuole-caserma, scuole-chiesa….