La storia è oggetto di una costruzione il cui luogo non è il
tempo omogeneo e vuoto, ma quello pieno di "attualità" Questo passo
di Benjamin sembra entrare nel cuore epistemologico del fare storia: il presente che
sollecita gli interrogativi e le domande che gli storici rivolgono al passato. Ma la
parola "attualità" rimanda anche ad una questione importante per la
trasmissione storica: la "insegnabilità" di un passato troppo
"contemporaneo". E stato proprio quel "pieno di attualità" ad
impedire per troppi anni linsegnamento della storia più recente nella scuola
italiana. Molti docenti hanno identificato lattualità con la politica e quindi, per
timore di introdurre un presente non "obiettivo", hanno preferito fermarsi alla
storia più lontana: una storia da trattare con il dovuto distacco e nella convinzione che
la conoscenza del passato potesse da sola guidare la comprensione del presente. Ad essi
sarebbe forse da consigliare una rilettura di Marc Bloch che, riflettendo sul mestiere
dello storico, poneva una questione importante anche per la didattica:
Lincomprensione del presente nasce fatalmente dallignoranza del
passato. Forse però non è meno vano affaticarsi a comprendere il passato, ove nulla si
sappia del presente.
Lattualità dunque come strumento per
comprendere il passato: i problemi del presente possono diventare unefficace guida
per lapprendimento della storia.
Se si allarga il concetto di storia recente
al Novecento si può dire che una riflessione ampia sul secolo ha attraversato in questi
ultimi anni la storiografia, il mondo della scuola, leditoria e i mass media. Il
giudizio e le inquietudini su unepoca ormai conclusa e la discussione aperta da Il
secolo breve di Hobsbawm, sono state alla base di questo interrogarsi sul secolo che
ha visto anche il coinvolgimento della scuola, soprattutto in coincidenza con il
"decreto Berlinguer" sullinsegnamento del Novecento
Tutto ciò ha rappresentato una svolta
importante: come è noto infatti per troppo tempo il Novecento ha avuto un limitato spazio
nella programmazione didattica, in parte per linadeguata preparazione universitaria
dei docenti, ma anche, come sè detto, per la paura di perdere il necessario
"distacco" dai fatti storici, una paura che ha prodotto su intere generazioni di
studenti ignoranza e scarsa consapevolezza dei problemi del mondo contemporaneo. Del resto
la difficoltà di insegnare e studiare la storia più recente deriva anche dal suo essere
un sapere ancora in via di costruzione e spesso gli insegnanti si sono trovati a dover
dare risposte a domande e sollecitazioni dal mondo attuale senza poter contare su
unadeguata e solida elaborazione storiografica.
Il problema della
"insegnabilità" del Novecento è riconducibile ad una questione più generale:
studiare questo secolo significa infatti orientarsi in una grande mole di avvenimenti e di
questioni aperte. La storiografia contemporanea costituisce un terreno particolarmente
problematico ed è attraversata da posizioni teoriche e metodologiche diverse. Inoltre,
molteplici sono i criteri interpretativi in rapporto agli indicatori assunti per
selezionare fatti e percorsi: il punto di vista politico ci rimanda, ad esempio, una
storia diversa da quella esaminata attraverso categorie economiche o sociologiche, e porta
a periodizzazioni differenti. Notevole è la mole di ricerche e di contributi
storiografici da vagliare e complesso lintreccio interdisciplinare con le scienze
sociali; infine, la varietà e la quantità delle fonti sino a quelle orali e
massmediali accrescono il problema della soggettività e della intenzionalità
della fonte.
Un altro elemento del Novecento è la crisi
delleurocentrismo, ma ciò che più caratterizza il mondo attuale è la radicale
trasformazione della dimensione dello spazio in cui si collocano i fenomeni. La
rivoluzione informatica e la globalizzazione delleconomia hanno abbattuto le
barriere dello spazio e del tempo, le categorie attraverso le quali gli uomini per secoli
avevano cercato e riconosciuto la propria identità. Centro e periferia sono dunque
termini molto relativi ed è ormai improponibile qualsiasi modello di storia universale
onnicomprensiva.
Per completare il discorso sulla storia
più recente cè infine da aggiungere un elemento insondabile richiamato da
Hobsbawm: Nessuno può scrivere la storia del ventesimo secolo allo stesso
modo in cui scriverebbe la storia di qualunque altra epoca.
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