La valutazione dei siti web

 

Ad una prima ricognizione i siti web degli Istituti non sembrano essere nati a seguito di una riflessione su questi problemi, e le ragioni sono evidenti: in Italia nell'ambito degli studi storici la consapevolezza e l'attenzione a questo riguardo sono abbastanza recenti e comunque non generalizzate, nella maggior parte dei casi la decisione di allestire un sito non è derivata da un progetto preciso e articolato. Il sito nasce, in generale, per rispondere a due esigenze di fondo: rendere più visibili l'Istituto, le sue attività, le sue proposte; sperimentare modalità e forme di comunicazione nuove. Si tratta di esigenze che possono senz'altro sostenere una fase di avvio ma che nel medio/lungo periodo, e in assenza di una ulteriore progettazione, non bastano a incrementare le capacità di sviluppo e di adeguamento del sito a standards di eccellenza in continua trasformazione. Qualcosa di simile avviene anche per prestigiose istituzioni pubbliche, come i Dipartimenti di Storia di molte Università italiane: il panorama della loro presenza sul Web e del grado creativo del loro impiego delle risorse telematiche è giudicato "non confortante", per quanto caratterizzato da eccezioni significative, in uno studio del 1999 (2). A questo studio possiamo ricorrere per definire alcuni parametri di valutazione dei siti web, che qui riportiamo con qualche adattamento:

a) facilità di accesso: presentazione sintetica della struttura del sito e dei percorsi per accedere alle singole parti in cui esso si articola;

b) omogeneità: mantenimento dello stesso livello di accuratezza delle informazioni nelle varie parti del sito;

c) attendibilità: capacità di corrispondere alle aspettative suscitate nel lettore quanto a precisione e validità delle informazioni;

d) connettività interna: grado di ipertestualità, complessità interna, correttezza dei rimandi;

e) connettività esterna: capacità di interagire con altri siti e con Internet nel suo complesso, offerta di link esterni appropriati sui temi trattati;

f) capacità di sviluppo: evidenza di un processo in atto di potenziamento e di sviluppo del sito;

g) interattività: disponibilità al feedback, offerta all'utente di strumenti per generare nuova informazione;

h) autocorrezione: capacità di modificarsi per adeguarsi agli standard emergenti nella rete per i siti di analoghi contenuti e finalità;

i) creatività: diminuzione dell'effetto di "rispecchiamento" (immissione nel sito di materiali preesistenti su supporto cartaceo) e crescita di risorse originate per e destinate alla distribuzione in rete.

Accanto a questi parametri, interni al sito e incentrati sulla sua struttura e funzionalità, occorre ancora considerare altri due elementi, esterni al sito ma ad esso strettamente connessi:

1. presenza/assenza di un progetto di comunicazione definito in rapporto ai suoi destinatari, ai suoi obiettivi, alle sue forme specifiche;

2. presenza/assenza di personale dotato di competenze e addetto al controllo della tecnologia, in grado da fare da intermediario per consentire l'accesso ad essa da parte dei non-esperti e di garantire continuità nella gestione del sito.

NOTE
2. Guido Abbattista, Ricerca storica e telematica in Italia. Un bilancio provvisorio, in "Cromhos", 4 (1999), < http://www.unifi.it/riviste/cromhos/4_99/abba.htm >; l'indagine è stata svolta all'inizio dell'estate 1998 sulla presenza nel Web di 35 sedi universitarie italiane e 66 dipartimenti di discipline storiche. Sul tema della valutazione dei siti web vedi anche Guido Abbattista, La valutazione delle risorse telematiche, nel dossier Il documento immateriale. Ricerca storica e nuovi linguaggi in "L'indice" n. 5, maggio 2000. Per una panoramica sui siti web di storia si vedano: Serge Noiret, La didattica della storia su Internet, in "Memoria e Ricerca", n.2, 1998 consultabile in < http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/noiret.htm >; Antonino Criscione, Una rete per Clio? Risorse di storia nel cyberspazio, in "I viaggi di Erodoto", n. 38-39, 1999. torna su