Il curricolo dell’autonomia

 

Questo problema mette immediatamente in gioco la questione delle ore. Infatti il monte ore da normare si riduce di parecchio; e – per giunta – si deve tenere conto di nuovi ingressi o di incrementi già decisi in altra sede, e quindi vincolanti: aumento di ore di matematica, lingue, musica e linguaggi non verbali (si tenga presente che stiamo parlando della scuola di base), ingresso dell’informatica ecc. La Sottocommissione per la storia, presieduta da Chiara Croce ha affrontato questo problema puntando alla progettazione di un curricolo storico "per la cittadinanza", che ambisse, dunque, a entrare nel ristrettissimo numero delle materie di base (o"di equivalenza"). Si possono controllare i documenti preparatori di questa fase (la legge sull’autonomia e altri documenti parlamentari): si osserverà che la parola "storia", manca fra i "saperi di base". E’ quindi un successo della Sottocommissione avere convinto tutti che andava inserita, insieme con Matematica e Lingua Italiana, in questo "fortino". La seconda questione che la Sottocommissione ha dovuto affrontare è quella tecnica: come immaginare un curricolo che in parte è stabilito dal centro, e in parte dalla periferia? La soluzione è stata trovata, per i primi quattro anni, proponendo delle griglie di contenuti, all’interno delle quali le singole scuole possono effettuare le loro scelte e le loro integrazioni. Per la parte successiva – la storia generale – si è deciso di segnalare soltanto i quadri storici fondamentali, entro i quali la scuola opera le sue scelte. Di conseguenza, il curricolo non va letto come "l’indice di un libro", quanto piuttosto come un "libretto di istruzioni per l’uso": il che è abbastanza agevole per gli insegnanti della scuola di base, ai quali il testo è diretto, ma pone sicuramente dei problemi per il docente universitario, che per istinto va a controllare immediatamente i contenuti di studio, e spesso non ha l’esperienza e la formazione necessarie per collegarli alle indicazioni operative (obiettivi, note metodologiche, quadri formativi ecc), sulle quali tende peraltro a sorvolare, in quanto "pedagogiche". Questa parte del curricolo, come quelle successive, è stata decisa nella Sottocommissione Croce, alla quale si erano iscritti – oltre a chi scrive – De Bernardi, Cajani, Tranfaglia, Fonseca, Cabibbo e Lo Cascio – e vari insegnanti e dirigenti con grande esperienza di ricerca storico-didattica, del Cidi, Ismli, Mce, Aimc, Uciim, Fnism, Sis e altre appartenenze; vi erano ancora pedagogisti, antropologi e, nel gruppo dei moderatori, Dario Antiseri la cui competenza come epistemologo e studioso di didattica della storia è riconosciuta. Si tenga presente che le decisioni fondamentali di questa fase furono prese a grandissima maggioranza (due soli interventi contrari, nella sessione fondamentale, nella quale si è tracciato di fatto il curricolo).