5. Mondializzazione e intercultura

 

L’assunto da cui partiamo è quello di tentare di descrivere una storia il cui soggetto fondamentale sia l’umanità. A partire da questa si può porre in modo soddisfacente la questione dell’intercultura.

Poiché le vicende degli uomini sono così diverse fra loro si tratta di scoprire in che modo sia possibile comprenderle in una narrazione unitaria senza ritornare ad un modello lineare di storia narrata. Il necessario presupposto è fornire una definizione accettabile di umanità e anche da questo punto di vista le differenze oggi esistenti fra culture e gruppi ci impediscono di dare una definizione comune. Resta la possibilità di ricercare all’interno della nostra contemporaneità criteri generali per una concettualizzazione del "noi" che, seppur problematica, abbia una qualche possibilità di essere riconosciuta-accettata da tutti. Alcuni forti elementi in comune li possiamo ritrovare nei processi di mondializzazione.

L’ambiente ad esempio costituisce, anche se ciascuno lo utilizza in modo diverso, un problema per tutti; tutti sanno che è unico e che il suo degrado e la sua salvaguardia rappresentano orizzonti necessariamente collettivi.

La consapevolezza dell’unicità e della finitezza del nostro pianeta è in relazione con il problema delle risorse e della loro distribuzione in modo differenti rispetto al passato. Oggi è evidente che chi consuma di più sottrae risorse ad altri. Duemila anni fa, al tempo dell’impero romano, la sottrazione dell’oro per coniare monete ai regni africani, non impoveriva questi ultimi, che non percepivano neanche l’utilità di questo metallo.

Un ulteriore elemento comune a tutti i popoli è la consapevolezza che anche il più piccolo conflitto non può essere più risolto localmente: ogni volta che uno stato prende le armi la sua questione da locale diventa un fatto internazionale.

Un tempo le conflittualità fra le nazioni venivano risolte attraverso trattati bilaterali; ora il sistema delle relazioni internazionali è talmente intricato che ogni minima variazione di rapporti comporta risistemazioni generali. Le relazioni internazionali di pace o di guerra costituiscono un problema unitario per tutti i paesi del mondo.

Analizzando le dinamiche interne delle nazioni, notiamo ancora che le ragioni che tenevano uniti i membri della comunità vanno progressivamente perdendo di efficacia. L’unitarietà di una lingua nazionale, l’uniformità del diritto, la garanzia del posto di lavoro, la tutela dei rapporti familiari, sino a qualche decennio or sono erano tutelati e garantiti da un’autorità locale che oggi ha sempre meno capacità di governare questo suo ufficio. Di conseguenza, i membri di ogni comunità stentano a riconoscersi nella autorità statuale. In forme diverse, ma in ogni luogo della terra gli individui si pongono la stessa domanda: quali sono i legami fra loro e la politica.

Un ultimo elemento di coesione lo ritroviamo nell’interruzione quasi ovunque dei canali attraverso cui la tradizione assicurava la riproduzione delle coordinate sociali (usi, costumi, buone maniere…) fra le generazioni di uno stesso gruppo. Tutto ciò che ogni società ha costruito nel tempo per rendere civili i rapporti fra i suoi membri e che veniva trasmesso attraverso consuetudini non scritte assume una consistenza frastagliata e indeterminata a fronte della velocità, della numerosità e della profondità dei cambiamenti. Il confine fra civiltà e non civiltà-"barbarie" si fa sempre più labile e permeabile in tutti i paesi della terra e ovunque c’è il terrore della fine della propria civiltà.

Riassumendo possiamo individuare quattro problemi comuni che definiscono gli uomini del presente:

    • l’ambiente;
    • le risorse;
    • la pace e la guerra;
    • il rapporto civiltà-barbarie.

Ogni uomo vive questi problemi in modo differente e ne prospetta differenti soluzioni ma tutti ne sono preoccupati. Tutti gli uomini sono altresì consapevoli che nessuno degli elencati problemi può essere affrontato da un singolo popolo o nazione ma occorre la collaborazione di tutti, la costruzione di un soggetto collettivo di ampiezza planetaria.

Il concetto di umanità che il nostro tempo ci permette di delineare non ha molto di filosofico o di ideale, è problematico ed è contestualmente un concetto da costruire. Individua un campo di significati concreti, mette a fuoco un punto di vista nuovo nella storia umana da cui possiamo guardare al passato, rileggerlo per scoprire in che modo siamo lentamente arrivati alla sua definizione. Questi quattro problemi sono altrettante lenti di ingrandimento che ci aiutano a scegliere i momenti salienti, i nodi conflittuali, gli episodi significativi, i modelli esplicativi di una storia planetaria che contempla le diversità. Essa non pretende che il risultato della rilettura sia identico per tutti.

Ogni popolo e ogni individuo, nel suo particolare hic et nunc ha il diritto, sia pure utilizzando le quattro lenti proposte, di interpretare il passato per scoprire momenti salienti…episodi… modelli che possono essere diversi dai nostri, ma che ci obbligano al confronto, alla discussione e alla comprensione delle differenti prospettive: un risultato, se raggiunto, niente affatto trascurabile per il nostro modello storiografico.

Nessuno di noi pensa, infatti, che la soluzione di un qualsiasi problema discenda dall’uniformità di vedute; tutti siamo convinti che le soluzioni più valide ed efficaci nascano dal confronto di più punti di vista. Nel presente come del passato più che patteggiare racconti è importante concordare sui problemi, confrontare soluzioni e rendere comprensibili reciprocamente le diversità

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