7. La storia interculturale del mondo

 

La storia interculturale del mondo non è, come abbiamo mostrato, una proposta irenica o pacificatrice: richiede grandi battaglie anche in favore di coloro per i quali può e deve essere progettata. La possibilità e la doverosità dell’operazione nascono anche dall’osservare quotidiano. L’alunno cinese o albanese è latore, infatti di una sua precisa immagine di interculturalità. Egli si aspetta che il programma di storia che svolgerà parlerà sì degli italiani, ma accanto porrà elementi di storia identitaria del suo paese di origine.

Se questo non succede può essere facile che insoddisfazione e protesta lo conducano, a casa, a correggere questo errore di insegnamento studiando ‘la sua - e a questo punto unica e vera - storia’. A fronte della nostra proposta che non parla ‘cinese’, ‘albanese’, ‘italiano’, ma che racconta problemi comuni e mette a confronto situazioni e soluzioni diverse, è presumibile che il disorientamento ci sarà comunque, ma non riguarderà solo l’altro; coinvolgerà tutti.

Le riserve mentali potranno scattare per ciascuno; e ciascuno cercherà di compensare, se crede, gli ‘errori di insegnamento’ con uno studio supplementare di storie tradizionali. E queste, nel tempo, diverranno solo tradizioni.

Per estremizzare possiamo immaginare due modalità di costruzione di una storia interculturale:

- una facile, nella quale eroi e bellezze dei passati locali si fondono: un tempo si combattevano, oggi fraternizzano;

- una difficile, nella quale gli uomini e le donne affrontano gli stessi problemi.

Una strada facile, la prima, perché non muta nulla nei propri comportamenti e nelle proprie abitudini; difficile, la seconda, perché obbliga tutti, dentro e fuori l’Occidente, a rinnovare il proprio punto di vista. La prima non produce alcuno scarto cognitivo e alcun conflitto con gli stereotipi acquisiti; la seconda , invece, nasce proprio da questo conflitto ed il suo problema è saperlo governare. Al fondo di questa proposta c’è, però, un paradosso originario: nella formazione storica collettiva dell’umanità è essenziale la padronanza di alcuni sofisticati strumenti di indagine messi a punto nel mondo occidentale, proprio i modelli, le quattro lenti di ingrandimento elencati; inoltre, la stessa proposta nasce in Occidente.

È come se si affermasse che è impossibile e demagogico che la scienza - dalla storia alla biologia - possa nascere ovunque: essa nasce e si sviluppa nei centri più evoluti.

D’altro canto una proposta interculturale che distruggesse questo principio e accreditasse l’idea che ciascuno si costruisce la propria storia e la propria storiografia, invaliderebbe gli studi e i modelli storiografici più sofisticati per operare su una scienza vecchia che renderebbe impossibile il confronto e la reciproca crescita.

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