Premessa

 

 

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Il lavoro di ricerca, ormai decennale, della SIS insieme   all’esperienza didattica, realizzata nella scuola estiva di Pontignano, nel convegno di Orvieto del 1990 (1)  in numerosi corsi e momenti di formazione a livello locale e regionale e soprattutto nel corso triennale di Bacoli (2) - il primo in cui il Ministero della P.I. ha introdotto nei suoi protocolli formativi la storia delle donne - costituisce la base di questa proposta per la formazione degli/delle insegnanti e l’insegnamento della storia.

La storia delle donne nasce negli Stati Uniti e in Europa negli anni settanta, quando le istanze dei movimenti femministi si incontrano con le esigenze di rinnovamento di una storiografia già profondamente trasformata dalla lezione delle Annales e dalle suggestioni della storia sociale e dell’antropologia.

La constatazione che il carattere sessuato della società traspare necessariamente anche nei saperi che si affannano a decifrarla e consentono di rappresentarla ha permesso alle studiose di condurre una critica alla "neutralità" solo apparente di una storia che si pone come "universale" ed "oggettiva", ma che è al contrario il risultato di un punto di vista esclusivamente maschile. Le ricerche di storia delle donne si caratterizzano per uno sguardo diverso e si fondano sulla necessità di sottrarre i soggetti femminili alla collocazione "naturale" per riconoscerne la dimensione "culturale": in quanto "naturale" infatti la rappresentazione delle donne si riduceva all’ambito biologico e fisico, schiacciata sul ruolo materno e riproduttivo, senza diritto alla storia o a mutamenti nell’identità e nei ruoli sociali .

Le storiche hanno lavorato su temi poco esplorati dalla storiografia, come il corpo e la sessualità, la storia della famiglia e della maternità; si sono occupate della marginalità o dell’ esclusione femminile nella società di ancien régime, ma hanno anche visto spazi inaspettati di potere delle donne; hanno messo a fuoco i processi di costruzione dell’identità femminile, le relazioni fra i sessi nei diversi contesti spazio-temporali, il riflesso delle articolazioni di genere sulle istituzioni civili e religiose nelle differenti epoche storiche, le parentele, il diritto di proprietà delle donne; si sono poste domande sulla storia politica e istituzionale, sulle costruzioni simboliche dei ruoli sociali e delle strategie del potere (3).

Le ricerche hanno individuato nuovi oggetti e temi di studio accanto a quelli tradizionalmente investigati, ma hanno soprattutto sollevato questioni teoriche in relazione ai criteri di periodizzazione, all’uso di categorie interpretative, allo stesso concetto di storia generale. Come è possibile una storia generale senza la storia delle donne? ci si è chieste; quali sono gli eventi periodizzanti nei percorsi femminili? Anche per le donne il Rinascimento rappresenta un mutamento culturale? Qual è l’importanza sociale ed economica del lavoro femminile nelle diverse epoche? come la rivoluzione scientifica ha rappresentato il corpo maschile e femminile? Quali i tempi e i modi delle conquiste dei diritti civili, sociali, politici ? A quali logiche ubbidiscono i meccanismi dell’esclusione e dell’inclusione? In che modo i comportamenti demografici corrispondono alle norme diffuse? Questioni che, nel loro articolarsi rivelano l’inadeguatezza di contrapposizioni rigide e spesso frutto di stereotipi: pubblico e privato, natura e cultura, ragione e sentimenti, attività intellettuale ed esistenza corporea. E’ la concettualizzazione delle donne come attinenti al privato che le esclude dallo sguardo dello storico, nonostante la loro presenza nella realtà; la definizione del corpo come pura realtà biologica non permette di coglierne la dimensione culturale e storica, né si può esaminare l’attività intellettuale dei soggetti separata dalla loro realtà emotiva e sociale.

Nell’elaborazione teorica degli anni ottanta, la categoria del "genere" si è imposta come fondamentale non solo per una rilettura della storia di uomini e di donne nella loro reciproca influenza, in diversi contesti e periodi, ma anche per una comprensione delle rappresentazioni simboliche e della costruzione di significati sulle specifiche relazioni di potere e di subordinazione.

Una articolata e approfondita riflessione didattica ha permesso di verificare la possibilità di costruire un intreccio tra le nuove domande, le acquisizioni storiografiche e le esigenze di una proposta curricolare per l’intero corso di studi, in grado cioè di coniugare strumenti e categorie interpretative della storia delle donne con l’elaborazione di un progetto di storia generale e di proporre in termini adeguati una rilettura della storia delle istituzioni, della cultura, del potere, del corpo.

Note
1. Cfr. gli atti in Generazioni, Trasmissione della storia e tradizione delle donne, Torino, Rosenberg & Sellier, 1993. torna su

2. Cfr. gli atti in Nuove parole, nuovi metodi. Soggettività femminile, ricerca e didattica della storia. Corso interdirezionale di aggiornamento per docenti, Ministero della P.I., Direzione Generale Istruzione Classica Scientifica e Magistrale, Quaderno n. 32, Pozzuoli, 2000. torna su

3. Vedi ora Sara Cabibbo, Questioni di metodo: per una storia a più colori, in  Ethel Porzio Serravalle, Saperi e libertà. Maschile e femminile nei libri, nella scuola e nella vita, Associazione Italiana Editori, 2000, e bibliografia relativa. torna su