Roberto Grassi, L’onore della Virginia ovvero Insane passioni ed efferate gesta di Hadrowa Oreste, detto il Dottorino
 Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori- Milano 2002

 a cura di Isabella D'Isola

              

Roberto Grassi non è un romanziere di professione ma l’opera che ha composto ha il ritmo e le caratteristiche di un giallo d’altri tempi, se così si può definire il racconto di una Milano di fine ottocento dove pare, ma non è certo, sia accaduto un delitto. La narrazione ci trasporta infatti nella città lombarda degli anni 1881 -1884, percorsa dai tramway trainati dai cavalli, abitata da ricchi borghesi con i cappelli a cilindro, fiorente grazie all’ espansione delle attività produttive, garantita nel contempo dalla recente apertura del carcere "cellulare" di S. Vittore e caratterizzata anche dai quartieri popolari come quello di Porta Genova, teatro delle gesta della malavita locale , la ligera o , come si diceva allora, i locch. Porta Genova: "Nel quartiere si trovano botteghe e negozi di ogni sorta. Ma soprattutto abbondano locande, trattorie e mescite. Il viavai dei cavallanti e carrettieri, facchini e manovali, piccoli bottegai e grossisti che s’affannano tra il porto della darsena e la stazione ferroviaria fornisce una clientela di appetito robusto e di facile palato"(pag. 21): è qui che la Società della teppa, capeggiata da Oreste Hadrowa , di 23 anni, detto il Dottorino, commette i suoi crimini , secondo quanto è riportato nel Fondo Questura, presso l’Archivio di Stato di Milano, cartella 36, dal fascicolo intitolato "Società della teppa".

L’originalità del libro di Roberto Grassi si delinea a partire dall’utilizzo di una documentazione autentica per la costruzione di una storia di malavita milanese, storia che appare chiarissima nelle sue varie fasi, processo compreso, ma il cui esito finale è avvolto nell’ombra. "Ho cercato di raccontare tre storie: quella della "associazione di malfattori a oggetto di delinquere", quella della città e quella di due persone. Quest’ultima, insomma, è stata la meno fedele"( pag. 90), scrive Grassi, il quale, funzionario della Direzione Generale Cultura della Regione Lombardia e insegnante di materie archivistiche presso l’Università degli Studi di Pavia, è fra i protagonisti de "I documenti raccontano". Questo progetto della Regione Lombardia per la promozione degli Archivi storici ha comportato la nascita , da circa due anni, di una Scuola di scrittura che "insegna" scrittura creativa, anzi "moderatamente" creativa agli archivisti, agli insegnanti e a tutti coloro che sono interessati: infatti i racconti prendono forma dalla ricostruzione di fatti realmente accaduti, in ambientazioni rispettose del periodo storico.

"L’onore della Virginia" è frutto del Progetto "I documenti raccontano"; l’anno scorso la Fondazione Mondadori aveva pubblicato le prime esperienze narrative dei partecipanti , archivisti e insegnanti, al corso curato da Laura Lepri: i sedici racconti sono stati raccolti sotto il titolo Luoghi e personaggi ritrovati negli Archivi lombardi , a cura di L. Lepri, Milano 2001. L’obiettivo principale del progetto consiste nel tentativo di dare visibilità al patrimonio archivistico, solitamente ignorato, mediante un uso non storiografico ma narrativo delle fonti, proponendo un coinvolgimento non usuale degli archivisti e degli insegnanti che svolgono attività didattica negli archivi delle loro scuole. Questa esperienza può essere molto significativa anche per gli studenti, attenti alle fonti storiche e ad un loro molteplice uso. Il prossimo anno scolastico la Scuola di scrittura proseguirà l’attività probabilmente presso la sede della Fondazione Mondadori.

Il Fondo Questura, cartella 36, documenta che dal 1881 al 1883 sono stati perpetrati dalla Società della teppa ben 30 reati , più 13 di cui gli otto imputati, fra cui ovviamente Oreste Hadrowa, devono rispondere alla Corte di Milano. La cronaca delle malefatte ed efferatezze commesse dal gruppo , oltre al resoconto del processo, è raccontata anche nel "Corriere della sera", nel "Secolo", nel "Pungolo", e nel giornale "Perseveranza". La teppaglia si dedica alacremente al furto ( spesso non paga il conto all’osteria), alla rapina (ruba gli incassi alle prostitute della casa di via Visconti provocando reiterati disordini), non paga la merce comprata e riempie di botte il commerciante malcapitato, commette esibizioni pubbliche che offendono il comune senso del pudore, schiaccia i cappelli a cilindro di cittadini illustri, ubriaca per diletto gli asini: "Anche facendo la tara agli allarmismi giornalistici ,per un certo periodo, rappresentarono effettivamente il terrore di Porta Genova"( pag. 91). Ma la questione centrale è un’altra: l’invaghimento tenace di Oreste per la figlia dell’oste Petracchi Francesco, "la" Virginia, come usano dire i milanesi.: "la giovine, che di professione faceva la sarta, era quel che si dice un bocconcino…"( pag. 18). Oreste, abituato ad averla vinta con tutti, non riesce ad avere lei, malgrado azioni sciagurate e degne della sua fama di capo-teppa. E’ effettivamente Virginia, con la sua fierezza, compostezza e procacità, non disgiunta da una voce da soprano, ad essere il testimone chiave per le imputazioni d’accusa, riuscendo persino ad imbambolare il cronista del Corriere della sera, oltre al giudice.
Come la vicenda vada a finire, non è possibile raccontare in questa sede.
Si può aggiungere che la documentazione del processo mostra una grande partecipazione di popolo e che " …Milano si era attribuita un ruolo guida per il Paese. La teppa non ne era stata informata…Alla fine la capitale morale se ne fece una ragione. Imparò a convivere, finchè le era possibile, con quella che prese a considerare la parte peggiore di sé". ( pag. 80).

Il libro di Grassi presenta un corredo fotografico pregevolissimo, anche se non illustrativo delle vicende narrate: le foto provengono dalle collezioni del Civico Archivio fotografico di Milano e mostrano la Milano di fine secolo. Inframmezzati al racconto degli eventi l’autore propone passi tratti dai libri di Guido Lopez e Paolino Valera, che contribuiscono a definire l’atmosfera della città e le peculiarità dei suoi abitanti.