Insegnare il Novecento

di Laurana Lajolo
vicepresidente Insmli


I problemi aperti dall’insegnamento della storia del ‘900 sono molti : dalla mancanza di un programma codificato alla complessità e varietà delle fonti, alle discrepanze del curricolo e molto altro ancora. Ma per i docenti esiste anche il problema della scarsa motivazione allo studio della storia da parte di studenti, calati in un presente destoricizzato. Eppure è indiscutibile che la storia contemporanea può fornire adeguati strumenti per interpretare e "dare senso" agli avvenimenti e ai processi storici anche del presente.

L’approccio allo studio della storia dovrebbe, quindi, partire dalle problematiche del presente, dal vissuto degli studenti, per risalire al contesto storico passato. Il senso della storia si acquisisce intrecciando la biografia soggettiva e la storia, l’identità individuale e il passato collettivo. La rappresentazione della storia è, infatti, la combinazione di elementi intellettuali ed elementi emotivi, il riconoscersi del soggetto che studia la storia come attore dello stesso processo storico.

La complessità dell’insegnamento / apprendimento della storia del ‘900 richiede di individuare snodi tematici e argomenti di lungo e breve periodo, in connessione con le altre discipline fondanti la cultura contemporanea. E non si deve temere la "parzialità" della programmazione se si controlla attentamente la "completezza" delle procedure della conoscenza storica, applicate allo "spaccato" della storia studiata. E’ impossibile insegnare tutta la storia contemporanea, come del resto è impossibile insegnare tutta la storia, ma è senz’altro possibile apprendere le procedure dello storico, cioè come viene ricostruito e interpretato un fenomeno o un processo.

Stabilite le rilevanze e la metodologia, si può articolare il programma in moduli, cioè in blocchi autonomi di contenuti di valenza storica e multidisciplinare, pensati come segmenti del curricolo. I moduli sono stanzialmente quadri strutturali, che propongono la selezione e la composizione di temi storici in sistemi di conoscenza.

Di un filone tematico si possono ricercare le radici passate nel presente così da consentire agli studenti di costruire un processo di elaborazione della contemporaneità in un sistema spazio-temporale. L’organizzazione modulare del curricolo propone, in sostanza, la costruzione di percorsi formativi rispondenti ai bisogni degli studenti e consente di gestire la crescente espansione dei saperi, attraverso scelte flessibili e opzionali di percorsi conoscitivi e di approfondimento.

E’ ormai molto diffusa l’esigenza di superare la ciclicità dei programmi, procedendo alla revisione del curricolo verticale e preferendo, invece, un modello polivalente.

In questa dimensione diventa significativo anche l’approccio con la storia locale, che consente una territorializzazione delle conoscenze storiche, mettendo lo studente in rapporto con un passato a lui vicino e con la memoria collettiva. Lo studio della storia territoriale non è, però, mai fine a se stesso, ma deve essere intrecciato alla storia generale.

Luogo preferenziale per questo approccio è il laboratorio, dove lo studente è messo in grado di sperimentare le procedure dello storico in un percorso di ricerca predefinito. A questo proposito si fa riferimento al dossier, composto dai contributi di esperienza e di riflessione di alcuni nostri Istituti. Presso qualche Istituto si sperimenta già da tempo il laboratorio di didattica della storia a disposizione di gruppi di docenti e di attività con gli studenti.

Il laboratorio è un luogo fisico, uno spazio che dovrà essere attrezzato in ogni scuola - polo in modo flessibile rispetto alle esigenze di lavoro e di ricerca dei ragazzi, con strumenti e servizi.

Il laboratorio è anche un luogo mentale, cioè un modo di intendere l’insegnamento e l’apprendimento come cooperazione e ricerca comune : è luogo di discussione e di progettazione per i docenti e di sperimentazione guidata per gli studenti.

Il laboratorio è una banca-dati di fonti e informazioni per procedere allo studio della storia, non circoscritta e autosufficiente, ma interattiva con i luoghi di conservazione delle fonti, con gli enti, con il territorio circostante, per mezzo delle strumentazioni informatiche a disposizione.

In un contesto così articolato il docente modifica il suo ruolo da docente - conferenziere a docente organizzatore e produttore di sapere, mediatore tra i risultati della conoscenza storica e le strategie cognitive e comunicative utili ai bisogni formativi dello studente.

Riguardo all’insegnamento della storia contemporanea i docenti sono, oltre che narratori di storia, anche testimoni del loro tempo e devono, quindi, intrecciare le loro biografie individuali e collettive con la storia generale. I docenti sono chiamati a usare criticamente il loro percorso di memoria, già nel momento in cui operano la selezione delle categorie interpretative e degli snodi tematici del XX secolo. Le fonti di memoria servono, inoltre, a fare storia delle soggettività e della mentalità collettiva, che sono componenti interessanti della complessità della storia contemporanea.

Gli stessi studenti sono interpreti del loro tempo e a scuola avviene l’incontro tra generazioni e la trasmissione di memorie diverse attraverso l’ interazione tra soggetti.

Ed è per questo che il metodo di cooperazione, che caratterizza l’attività di laboratorio, è particolarmente importante per superare la visione puramente trasmissiva del sapere insegnato e indagare la nuova prospettiva di costruzione del sapere storico e di riscrittura dei valori, partendo dalle domande degli studenti sul loro presente.

"Fare storia" in tale dimensione significa, dunque, elaborare una programmazione basata su mappe concettuali e tracce tematiche, con percorsi di ricerca didattica su fonti selezionate, perché i giovani possano imparare in modo attivo e coinvolgente a interpretare la contemporaneità.