ISTITUTO NAZIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE IN ITALIA

 

Al Presidente della Repubblica
Ai Presidenti delle Camere
Al Presidente del Consiglio

 

CENSURA POLITICA E LIBERTA’ DI INSEGNAMENTO

 

Di fronte al grave atto di provocazione politica della maggioranza della Regione Lazio, che intende istituire una Commissione per l’"epurazione" dei libri di storia per le scuole superiori e stanziare fondi per storici che vogliano scrivere secondo le intenzioni di quel Consiglio regionale, riteniamo necessario reagire con fermezza e senso di responsabilità per salvaguardare il pluralismo culturale e le regole democratiche della libertà di pensiero, di opinione, di insegnamento e di ricerca storica.

La decisione della Regione Lazio, che riceve adesioni anche da altre Regioni, contraddice apertamente i principi ispiratori della Costituzione, fondamento della nostra democrazia. Si sottomette alla volontà di un partito il ruolo di un’istituzione e si intende condannare le espressioni culturali non organiche a ideologie intolleranti, riesumando metodi da regime dittatoriale.

I manuali di storia possono contenere interpretazioni discutibili, ma va però chiarito senza possibilità di equivoci che, per la storia come per ogni altra disciplina ed espressione del pensiero, non esistono altri criteri di validazione di un testo che il libero dibattito all'interno della comunità scientifica e la concreta sperimentazione nella pratica didattica. Meno che mai tali criteri possono derivare da un giudizio politico di un’istituzione, che non ha nessuna legittimazione a intervenire in questa materia.

La democrazia assicura la libertà e il pluralismo, garantendo il diritto a chi non si riconosce nelle tesi di un libro di scriverne un altro con tesi opposte, tanto meglio se bene argomentate. Ma in nessun caso la storia si riscrive per decreto o su "incentivo" di un consiglio regionale o di un governo.

Unici giudici della bontà scientifica e didattica di un manuale sono il collegio dei docenti che decide di adottare il libro e, in specifico, il professore, che lo usa con i suoi allievi come uno degli strumenti (raramente l'unico) dell’insegnamento.

Nessuna commissione ufficiale può modificare un libro esistente o additare al pubblico disprezzo il suo autore. Non si possono accettare limitazioni, ispirate a modelli totalitari, alla libertà di insegnamento, sancita dalla Costituzione e alla libertà della ricerca storica.

In quanto cittadini della democrazia italiana intendiamo tutelare i nostri diritti di libertà e ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, per riconfermare tutti insieme la scelta della libertà, operata dal popolo italiano, con la resistenza al fascismo e al nazismo e confermata in più occasioni negli anni della Repubblica.