Istituto Mantovano di Storia Contemporanea
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Mantova, 16/11/2000

Alla cortese attenzione del Direttore
della "Gazzetta di Mantova"
Dott. Bruno Manfellotto

Di seguito si invia il testo di una lettera con preghiera di pubblicazione:

Gentile Direttore,

il servizio "Novecento tendenzioso, gli studenti accusano" comparso sul suo giornale il 14 novembre u.s., ci pare decisamente preoccupante. Quanti giovani mantovani si sentono rappresentati dalle parole dei nove ragazzi intervistati?

Non molti, non tutti, speriamo. Ma un dato appare certo: a quanto dicono le ragazze e i ragazzi consultati, la storia dovrebbe essere una fedele trascrizione della realtà del passato, una mappa che si sovrappone esattamente al territorio, un racconto senza voce narrante. Non è così, non lo è mai stato e non potrà mai esserlo. Ciò che preoccupa è che la scuola e molti mezzi d’informazione ancora oggi avallino questa erronea convinzione che è entrata a far parte del senso comune.

La storia è un’operazione di costruzione della realtà del passato che nasce dal lavoro di ricerca di uomini e donne del presente, che del presente subiscono le passioni politiche, i condizionamenti, gli interrogativi, i valori. E’ inevitabilmente soggettiva, dunque. Ma vincolata alla trasparenza di un metodo, alla realtà delle informazioni fornite dalle fonti che vengono interrogate, alla preliminare dichiarazione del punto di vista di chi fa ricerca e di chi scrive. Di tutto ciò il manuale non è che una sintesi semplificata.

Il vero pericolo non sta nella "faziosità" dei testi scolastici, ma in una trasmissione passiva dei loro contenuti, nell’incapacità della scuola di dotare ragazze e ragazzi, di "competenze" critiche, di capacità autonoma di approfondimento, di smontaggio, di comparazione del testo scolastico, fra testi scolastici differenti, fra il manuale e altre fonti.

Un altro vincolo ci pare però imprescindibile per i compilatori dei manuali scolastici e dei programmi di storia: è quello della Costituzione e dei suoi valori fondanti. Fra le garanzie che essa ci offre c’è la libertà d’insegnamento, che in concreto significa la possibilità per i docenti di scegliere fra le numerosissime proposte che le case editrici presentano sul mercato; oppure di fare adozioni alternative al libro di testo, dotando la scuola di una molteplicità di voci e di strumenti che offrano agli studenti non una illusoria "oggettività" ma la risorsa di un’attitudine alla costruzione consapevole e critica della conoscenza.

Osserviamo da ultimo che la discussione scatenatasi in questi giorni sui manuali si è sviluppata quasi esclusivamente sul terreno di quell'"uso pubblico della storia" che è ormai purtroppo tanto diffuso. A nostro parere è invece necessario aprire al dibattito un orizzonte più ampio, portando in primo piano le sue implicazioni scientifiche, epistemologiche e didattiche. Ci auguriamo che questo nostro intervento possa servire allo scopo.

RingraziandoLa per l'ospitalità,

Il Presidente e il Direttivo dell' Istituto mantovano di storia contemporanea

 

Per ogni informazione rivolgersi a:
Dott.ssa Nicoletta Azzi
Istituto mantovano di storia contemporanea
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