AI PRESIDENTI DELLE REGIONI LAZIO E LOMBARDIA

 

Gli insegnanti di storia del Liceo Scientifico "S. Allende" di Milano ribadiscono con forza che gli unici "esperti" che possono in forma collegiale e secondo le norme vigenti scegliere i libri di testo di storia sono i docenti, i quali sono tali sulla base di una laurea e di un concorso pubblico, prescritto dalla Costituzione, che con l’art. 33 garantisce la libertà di insegnamento ("L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento").

Essi non rinunciano a sostenere che la storia da tempo ha acquisito lo statuto di scienza sociale e che, perciò, va insegnata e appresa secondo epistemologia utilizzando molteplici strumenti, tra cui i manuali, che in Italia sono complessivamente di buon livello e consentono un’amplissima possibilità di scelta secondo il criterio del pluralismo e della scientificità. Questi valori escludono categoricamente qualsiasi censura da parte di ipotetiche commissioni regionali la cui istituzione evidenzia velleità revisionistiche di matrice ideologica soprattutto in riferimento alla Resistenza, valore fondativo della Costituzione e della Repubblica.

Le questioni storiografiche e formative, didattiche e educative sono di competenza dei docenti, a cui andrebbero garantiti un buon trattamento economico e migliori condizioni di lavoro dagli amministratori della cosa pubblica. Questi ultimi potrebbero impiegare meglio le loro energie nel dare esempi di moralità e di competenza nell'amministrazione della cosa pubblica, contribuendo a impedire che soprattutto i giovani si allontanino dalla politica e acquisiscano idee distorte e mistificanti sulle necessarie riforme dello Stato, e tra queste quella del federalismo. L’istituzione di commissioni regionali per il controllo dei libri di testo di storia sarebbe una pericolosa degenerazione del federalismo, essa manifesterebbe infatti una chiara volontà di attaccare la libertà di insegnamento e la libera circolazione delle idee, e di ostacolare la riqualificazione della vita civile anche tramite l’istruzione pubblica, qualificata e pluralista, laica e democratica.

 

Milano, 13/11/2000