Nel 1999 ha preso avvio la ricerca, di durata
triennale, dellIstituto nazionale per la storia del movimento di
liberazione "Ferruccio Parri" e del Ministero dellIstruzione,
sul tema "Memoria e insegnamento della storia", nellambito
del protocollo dintesa tra i due Enti (1999).
I fondamenti metodologici della ricerca Memoria
e insegnamento della storia contemporanea tengono conto dellimpostazione
dei corsi di aggiornamento, organizzati dallInsmli e dagli
Istituti storici della resistenza e della società contemporanea, e
della metodologia dei laboratori di didattica della storia. I corsi
sulla storia del 900 sono stati organizzati, in collaborazione con
il "Progetto storia" del Ministero, secondo un modello
originale, che ha posto particolare attenzione, in chiave
multidisciplinare, alla metodologia didattica oltre che ai contenuti
storici. I partecipanti hanno svolto un ruolo attivo, progettando
attività di laboratorio e sperimentando le procedure dello storico, luso
critico delle fonti e delle nuove tecnologie informatiche.
Tre corsi sono stati organizzati dal 1997 al 1999
con il Ministero della P.I., sotto il titolo generale "Problemi
della contemporaneità", sui seguenti temi: Unità e autonomia
nella storia dellItalia contemporanea (Arona, marzo 1997), Territori,
identità culturali, scambi (Latina, marzo 1998), Storiografia,
testimonianze e memoria delle generazioni (Cuneo, marzo 1999)(1). In
particolare, lultimo corso è lantecedente diretto del progetto
di questa ricerca.
Memoria e insegnamento della storia contemporanea
è stata impostata come ricerca storica e come ricerca e progettazione
didattica, finalizzata alla formazione in servizio dei docenti di
storia. La contestualizzazione storica è stata collocata tra gli anni
50 e gli anni 70, in cui si è sviluppata la grande
trasformazione della società italiana del secondo dopoguerra. Sono
questi gli anni anche della formazione culturale e professionale della
maggioranza dei docenti attualmente in servizio. Il progetto è stato ipotizzato sulla base di studi
storici e ricerche sociologiche, specificamente sul rapporto dei
giovani con il tempo, sulla memoria e la relazione tra le generazioni;
sulla base di studi sulluso della memoria come fonte di storia e di
alcune indagini, condotte da Istituti storici della resistenza sullinsegnamento
della storia contemporanea (2).
Lipotesi della ricerca è stata formulata dagli
esperti dellIstituto nazionale e del Laboratorio nazionale di
didattica della storia, Nadia Baiesi, Giuliana Bertacchi, Fausto
Ciuffi, Elda Guerra, Laurana Lajolo, che hanno seguito lo sviluppo
della ricerca, condotta da un gruppo di venti docenti dei diversi
ordini di scuola, scelti dal Ministero dellIstruzione. Questi
docenti sono tutors di storia con diverse esperienze professionali,
che, pur non conoscendosi prima, hanno gradualmente costruito uninteressante
modalità di lavoro comune, premessa necessaria per un coinvolgimento
attivo e partecipe nel processo di formazione e di autoformazione, che
rappresenta il valore innovativo della ricerca stessa.
Il progetto di ricerca ha inteso indagare linferenza
e la connessione tra memorie e storia, partendo dalla constatazione
che i docenti, per quanto riguarda linsegnamento della storia
contemporanea, sono allo stesso tempo organizzatori di sapere storico
e testimoni degli avvenimenti che propongono allo studio. Come ci
ricorda lo storico inglese Hobsbawm, tutti noi siamo coinvolti, in
vario modo, nella storia e quando parliamo dei nostri ricordi,
ampliandoli e correggendoli, ne parliamo come uomini e donne di un
tempo e di uno spazio particolari. Per quanto insignificanti siano
state le nostre vicende, siamo osservatori del nostro tempo e le
nostre opinioni si sono formate da avvenimenti cruciali, perché la
storia è parte di noi (3).
I contributi allapprofondimento della conoscenza
storica del periodo preso in esame sono stati offerti dalle relazioni
di Guido Crainz, Alberto De Bernardi e Silvio Lanaro. Sono state
definite le categorie della modernizzazione economica e della
modernità culturale, focalizzando continuità e discontinuità
rispetto alle scansioni storiche e ai mutamenti sociali, e si sono
dati alcuni parametri per studiare la trasformazione economica e
sociale dellItalia, gli orizzonti culturali, le modificazioni di
costume, i contesti ideologici e le novità nel campo delle alleanze
politiche, proponendo anche aggiornamenti critici al dibattito
storiografico attuale. Gli esperti dellInsmli hanno predisposto una
strutturazione tematica dei materiali storiografici (bibliografie
ragionate, selezioni di saggi storiografici ed esemplificazioni di
documenti storici e fonti di memoria), e hanno fornito indicazioni
metodologiche sulluso delle fonti orali e sulle attività
laboratoriali. La ricostruzione storiografica è stata fatta in chiave
multidisciplinare, utilizzando, oltre alle categorie storiche ed
apparati storiografici, anche strumenti e metodologie, ricavate dalle
sociologia, dalla letteratura, dalla musica, dallantropologia.
Gli insegnantiricercatori hanno condotto un
confronto critico tra memoria individuale, memoria pubblica,
rappresentazioni sociali ed interpretazione storiografica,
approfondendo la conoscenza del contesto storico ed elaborando uno
stimolante esercizio di memoria, attraverso la ricostruzione delle
biografie individuali e collettive e lindividuazione dei nessi con
gli avvenimenti. In particolare, è stato molto significativo il
processo di alfabetizzazione della conoscenza delle diverse
articolazioni della memoria e del suo utilizzo in funzione della
conoscenza storica, attraverso la consapevolezza che il docente è
testimone della contemporaneità. Sono, quindi, giunti a tracciare la mappatura delle
rilevanze storiche ed individuare tematiche collettive, che
comprendono anche singoli vissuti, come i flussi migratori interni, i
movimenti politici, sociali, religiosi , le culture femministe,
la scolarizzazione di massa e i mutamenti nellistituzione
scolastica. Hanno, inoltre, individuato cronologie
diversificate delle memorie plurali, private e politiche, rispetto ad
ununica periodizzazione storica.
Gli strumenti della ricerca sul campo, progettati
da Carmen Leccardi e Sonia Stefanizzi del Dipartimento di Sociologia e
Ricerca sociale dellUniversità di Milano-Bicocca, sono stati lintervista
e il questionario. Sono state raccolte una cinquantina di interviste,
condotte in profondità, venti delle quali ai componenti del gruppo di
ricerca, mentre il questionario è stato somministrato a un campione
nazionale di circa cinquecento insegnanti.
I docenti hanno, quindi, utilizzato direttamente
strumenti di indagine sociologica, intervenendo nella progettazione
del testo dellintervista e del questionario, raccogliendo
interviste e somministrando questionari ai colleghi. La fase della
conduzione delle interviste è stata molto importante, perché ha
consentito ai docenti-ricercatori di confrontarsi e di approfondire
tra loro i problemi relativi alla memoria storica, in particolare nel
rapporto intergenerazionale a scuola.
Lo svolgimento della ricerca ha avuto cinque fasi.
Nel primo seminario gli esperti hanno presentato unipotesi di
ricerca, che è stata discussa dai docenti, i quali hanno contribuito
alla definizione del progetto, con proprie indicazioni, in particolare
su temi di memoria sociale. Nel secondo seminario si è avviato il processo di
formazione del gruppo, attraverso la valorizzazione delle esperienze
soggettive e la creazione di gruppi di lavoro con competenze
differenziate. Si sono evidenziati i bisogni formativi e le esigenze
professionali dei docenti-ricercatori e si è intrapreso un percorso
di alfabetizzazione alluso della memoria. I componenti del gruppo hanno via via assunto
consapevolezza del proprio ruolo propositivo ed attivo nello
svolgimento delle fasi della ricerca, indirizzati dagli esperti, molto
attenti a non accentuare il loro ruolo, ma anzi a stabilire uninterazione
concettuale ed operativa con il gruppo stesso.
Nel terzo e nel quarto seminario i docenti hanno
usato, in modo sempre più autonomo, la strumentazione della ricerca,
affinando le capacità interpretative e luso critico delle fonti, e
hanno avviato la progettazione dei percorsi didattici, conclusa nel
quinto seminario. Sono partiti da un esercizio di memoria
autobiografica, producendo anche nuove fonti di memoria e
documentarie, ed hanno intrecciato la dimensione locale della storia
con quella generale su tre aree tematiche della "grande
trasformazione". I percorsi riguardano la città e i flussi
migratori; il lavoro e i processi di industrializzazione; la famiglia
italiana e il mutamento del costume. In tal modo i docenti, partendo dalla ricognizione
delle forme e delle stratificazioni di memorie, hanno riflettuto su un
approccio alla storia, che tenga conto dei diversi soggetti e delle
diverse generazioni comprensenti nella scuola, e si sono interrogati
anche su nuove strategie comunicative da adottare nellinsegnamento.
Attualmente stanno sperimentando le attività di
laboratorio con le loro classi.
I risultati complessivi della ricerca saranno resi
pubblici nel Convegno previsto per il 23 e 24 maggio di questanno. In conclusione della ricerca, il gruppo di
progettazione, valutati i risultati della ricerca formazione
azione, ha stilato un documento per sottolineare che la ricerca va
considerata come requisito necessario della formazione e dellaggiornamento
dei docenti, che devono assumere anche la qualificazione professionale
di ricercatori. Di fronte alla problematicità del sapere storico e
alla complessità dell'insegnamento, il tradizionale impianto
scolastico, fondato sulla centralità del manuale scolastico e sulla
didattica frontale, mostra limiti sempre più evidenti Una didattica
sperimentale deve, quindi, fare riferimento ad un nucleo metodologico,
che coniughi la ricerca con la formazione/autoformazione e la
progettazione didattica, secondo una concezione laboratoriale delle
attività formative. Nel documento vi è anche lapprezzamento delloriginalità
del percorso metodologico, poiché il progetto di ricerca si è sviluppato
come processo attivo di autoformazione dei docenti, valorizzando le
singole soggettività e fornendo parametri e strumenti per progettare
e realizzare in prima persona le scelte di aggiornamento sui nodi
caratterizzanti la disciplina.
La complessità della "macchina"
progettata può anche dare luogo allindicazione di un modello per
la formazione degli insegnanti di storia, attuabile in dimensione
regionale e locale, anche con programmi di formazione a distanza e
laboratori virtuali. Il percorso di ricerca è stato, dunque, un
percorso conoscitivo di impianto storico-sociologico, di acquisizione
di strumenti metodologici, di pratiche educative, ma è stato anche un
percorso soggettivo differenziato di recupero e di costruzione di
memoria, che ha fatto emergere il problema della responsabilità
educativa nel rapporto intersoggettivo e intergenerazionale tra docenti
e allievi. Dalle risposte allintervista alla progettazione
dei percorsi didattica vi è stata nei docenti ricercatori un
itinerario di maturazione della costruzione di memoria, che ha
profondamente modificato la percezione degli avvenimenti storici e
della scansione periodizzante, come emerge chiaramente nella
progettazione delle attività di laboratorio. Nella formazione dei docenti di storia va dunque
prospettato un binomio articolato tra memoria/e e sapere storico.
Note