In una seconda fase il gruppo di lavoro ha analizzato le modalità di passaggio della memoria raccontata alla didattica.

Tutti concordano sulla necessità di riflettere su come i giovani percepiscono la città; in particolare viene rilevato che nel rapporto didattico si deve tenere in considerazione l'intreccio di più memorie, legate alla soggettività dell’insegnante, dei genitori e degli alunni.

Il confronto tra l'esperienza di genitori (e nonni) e studenti permette di cogliere permanenze e variazioni nella struttura urbana e di recuperare quelle informazioni che rimandano a precedenti strutture rurali.

Tutto ciò costituisce un primo passo.

Dall'informazione raccolta mediante la memoria di più soggettività si deve necessariamente passare alla documentazione (in particolare documentazione fotografica, filmica, narrativa) e in un secondo tempo al confronto di dati statistici e di fonti storiografiche.

Laboratorio

Le attività da proporre agli studenti seguono lo schema sperimentato al corso.

Gli stimoli iniziali, rivolti agli studenti, possono variare.

• Gli studenti raccontano la città che conoscono (descrizione orale, scritta o fotografica);
• intervista ai genitori (nonni, altri parenti) su periodi anteriori;
• eventualmente racconto del docente;
• questionari strutturati compilati dalla classe o dalla scuola nel suo insieme.

Segue la selezione dei temi rilevanti o delle parole chiave emerse dal materiale raccolto, con discussione e socializzazione dei risultati.

In conclusione intervengono gli approfondimenti coordinati dal docente:

• lettura di fonti selezionate (foto, film, testi narrativi, statistiche);
• testi storiografici per la contestualizzazione delle memorie individuali nell'ambito della storia regionale o nazionale.

Un prodotto finale deve testimoniare il lavoro svolto:

• un tabellone con sintesi concettuale (grafico);
• selezione di fotografie, documenti e testimonianze a conferma di cambiamenti o di persistenze;
• scelta di alcune testimonianze con presentazione e contestualizzazione.