Tuttavia questa donna dedita al commercio e dalla
potente sessualità e la meticolosa priora parlavano amichevolmente fra loro, così come
con gli uomini in maggioranza presenti alla tavola conviviale. I rapporti sociali fra i
pellegrini dei due sessi erano schietti e vivaci; erano liberi e semplici senza essere per
nulla volgari o sconvenienti. Al banchetto le tre donne difendevano le proprie posizioni,
e ciascuna di loro, compresa la timida monaca, fu allaltezza della situazione quando
fu chiamata a dire la sua contribuendo alla serie di racconti nei quali i pellegrini si
erano impegnati per allontanare la fatica e la noia del viaggio.
Ricavo quindi da Chaucer che, per una donna
occidentale del XIV secolo, la vita era allincirca piacevole o difficile come lo è
per una sua discendente del XX secolo. Se fossi una donna, e se mi fosse toccato in sorte
di vivere nellOccidente medievale, avrei cercato di diventare una priora no,
avrei puntato ancora più in alto: avrei voluto assolutamente diventare una badessa; non
avrei scelto niente di meno. Una badessa del XIV secolo era una persona potente quanto il
presidente di un grande College femminile degli Stati Uniti nel ventesimo secolo. Una
badessa, inoltre, era qualcuno in virtù della propria posizione, e non a causa del fatto
di essere la moglie o la madre di qualche uomo.
La priora di Chaucer era abbastanza vicina alla
condizione di badessa da essere la persona più eminente tra quelle presenti alla tavola
conviviale dei pellegrini; probabilmente il suo rango era superiore a quello del
cavaliere. Tuttavia non era una sacerdotessa; non aveva il diritto di dire messa, né il
potere sovrannaturale di trasformare gli elementi. Per ladempimento di questi riti
indispensabili, ella doveva ricorrere a sacerdoti che erano maschi, e quindi potevano
essere scelti per prendere gli ordini religiosi. Trascinava dietro a sé al suo servizio
non meno di tre sacerdoti che facevano parte del suo seguito, ma si trattava di figure di
scarsa importanza destinate a compiti servili. Il cappellano della priora cioè il
suo compagno e segretario personale non era né un uomo né un sacerdote; era una
monaca come lei.
Nellantica Grecia il sacerdozio era il solo
importante ruolo pubblico nel quale le donne continuavano ad avere una posizione. Perfino
nella società aggressivamente maschile dellAtene del V secolo avanti Cristo, un
lento riconoscimento della magia della fertilità propria del sesso femminile favoriva
ancora lattribuzione alla donna di un ruolo dominante e, in alcuni casi, del
ruolo esclusivo in parecchie delle feste religiose pubbliche più amate dello Stato
di Atene. Al contrario, nella Cristianità post-ellenica, nella quale le priore e le
badesse erano personaggi importanti, non era loro neppure aperta la carriera
ecclesiastica. Questa fu, fin dallinizio, una riserva maschile, e sarà
probabilmente lultima tra le cittadelle maschili sopravvissute nella nostra società
occidentale a cadere sotto lassalto delle donne del moderno Occidente.
Questultimo caposaldo maschile è, inoltre, chiaramente condannato. Alcune intrepide
donne hanno già scalato i suoi muri divisori e si sono installate in maniera definitiva
su una torre o due, qua e là. Tuttavia il monopolio maschile del ministero ecclesiastico
è ancora quasi intatto nel Cristianesimo, e questo non soltanto nelle organizzazioni
ecclesiastiche gerarchiche cristiane come la chiesa ortodossa orientale e la chiesa di
Roma, ma anche nelle Dominazioni protestanti apertamente liberali e democratiche.
Bene, se fossi una donna, e una donna occidentale
del nostro tempo, rimpiangerei di essere nata nel tempo e nel luogo in cui sono
effettivamente nata? Suppongo che, nel complesso, penserei di essere stata fortunata;
tuttavia potrei ritenere che sarei stata ancora più fortunata se avessi zappato il mio
solco al servizio delle dee della fertilità dellagricoltura nelletà, sei o
sette millenni fa, in cui la mia zappa, inventata dalla donna, non era ancora stata
soppiantata dallaratro del maschio usurpatore.