Raffaello Giolli e Poligono

  Poligono è la prima rivista d’arte contemporanea in Italia, che si ponga come statuto la valorizzazione dell’arte moderna italiana, anche se non si preclude affatto l’incursione nelle manifestazioni artistiche di tutti i tempi e di ogni provenienza, purchè sia attuale l’approccio ad esse, sia cioè tale da renderle significative e vive nel presente dei fruitori. La rivista  non è una torre d’avorio, in cui artisti e critici possano rifugiarsi al sicuro dalla vita reale; al contrario, è concepita dal Giolli proprio come uno strumento di lotta, per l’affermazione dell’arte italiana dell’Otto e del Novecento, non come un "foro" teorico per riflessioni o discussioni accademiche fini a se stesse : è "un foglio d’azione artistica" (14).

  Modernità significa anche occuparsi di quello che noi chiamiamo proto-design, di cartellonistica, di arredamento, oltre che di pittura, scultura, architettura ; e, a partire dal novembre 1929 perfino di cinema, oltre che di scenografia, di letteratura, di musica. Altro obiettivo primario è l’opera di sprovincializzazione della cultura artistica italiana, da un lato attraverso l’informazione e l’aggiornamento sull’arte internazionale (da ricordare gli articoli su Brancusi, Archipenko, Zadkine); dall’altro, mediante la promozione e la diffusione dell’arte italiana del XIX e del XX secolo in Italia e all’estero.

  Fino al momento in cui assume la denominazione di Poligono (novembre 1929), è un bollettino autofinanziato e redatto, per la maggior parte degli articoli, personalmente dallo stesso Giolli (celato sotto vari pseudonimi), che vi riversa impegno e passione, senza risparmiarsi. Non mancano però, già dagli inizi, nomi di rilievo, come quello di Giò Ponti, o di un ospite illustre come Wilhelm Worringer, che scrive un pezzo dedicato al Pino sul mare di Carrà. Nella seconda fase si segnala la presenza di Lionello Venturi, che si occupa di Modigliani, di Maritain con un testo su Rouault, della Sarfatti, che presenta la mostra del Novecento a Buenos Aires, di Ozenfant, di una polemica a "botta e risposta" Persico-Giolli su Zandomeneghi e l’Ottocento italiano, dei Manifesti dell’Aeropittura, di Sartoris con un omaggio a Sant’Elia... per fare solo alcuni esempi.

NOTE

14. Cfr. Un battista, Nelle collezioni private: pittori di genere del ‘600, in 1927, n°1.