Biciclettando ieri e oggi

Uso della bicicletta e viabilità a Milano

Anna Forino

La ricerca sulla viabilità della bicicletta nella città di Milano intende partire da una riflessione sull’uso della bicicletta oggi e sulla possibilità che essa possa costituire in un prossimo futuro uno strumento di viabilità alternativa al caos automobilistico che oggi rende ‘umanamente’ invivibili le nostre città.

Si vuole inoltre stimolare nei giovani di oggi curiosità per questo strumento di locomozione che, in un passato a noi non molto remoto, costituiva un mezzo di trasporto significativo e che – negli anni di fine ottocento e inizi novecento – ha contribuito allo sviluppo del turismo e alla conoscenza dei paesaggi italiani. Come ci ricorda Giuseppe Vota nel volume I sessant’anni del Touring Club Italiano "…la creazione della bicicletta offrì all’uomo il primo pratico ed economico mezzo individuale di locomozione. La diffusione di questa servizievole macchina, del "cavallo d’acciaio" diede un potente impulso al turismo e creò le condizioni da cui nacque, insieme con altre consimili associazioni, il Touring Club italiano. Da essa, da quel repentino prorompere di giovanili e popolari entusiasmi per la vita all’aria aperta, lungo le strade della Patria e del mondo, sono affluite all’albero del Touring le linfe vitali che ne hanno alimentato la gagliarda crescita." (1)

Ma l’obiettivo della ricerca non è solo quello di indurre una curiosità per quello che fu il "popolarissimo veicolo", bensì quello di leggere, attraverso la storia e il confronto tra viabilità di ieri e quella di oggi della bicicletta, le trasformazioni che hanno caratterizzato la vita – e non solo quella della locomozione- dei milanesi.

Il progetto, di cui oggi si parla, di ricostruire (o allargare) il percorso viabile ciclistico a Milano, appare uno spunto attuale e interessante per avviare un confronto tra ieri e oggi, nella prospettiva che lo studio della Storia - come storia del presente - possa indagare nel passato e creare presupposti di trasformazione del domani.

"La storia della civiltà…. può apportare lumi alla conoscenza del tempo presente e dunque, necessariamente, dell’avvenire, dal momento che è possibile comprendere l’oggi solo in connessione col domani?"(2). Si può condividere - insieme a Fernard Braudel - che " è tutta la storia che bisognerebbe mobilitare per la comprensione del presente" (3)

Un problema si pone per una ricerca che sia didattica e che produca conoscenza a partire dall'esperienza soggettiva: per lo studente del nostro Istituto lo studio della Storia appare poco significativo e coinvolgente, forse perché il giovane di oggi non riesce a cogliere se non la sua particolare (e onnipotente) dimensione del presente (e forse del futuro), ma crede di poter fare a meno della storia del passato, inconsapevole di costituire, nello stesso momento in cui vive, il frutto e il divenire della storia dell’umanità.

Come renderlo quindi consapevole di questa verità e come coinvolgerlo in una ricerca storica che lo appassioni e lo impegni? Attraverso forse un lavoro artigianale che scavi soggettivamente nelle fonti e nella documentazione e costituisca un percorso di esperienza per lui originale ed innovativo. "Una storia nuova è possibile solo mediante l’enorme lavoro di scavo d’una documentazione che risponda a queste nuove domande…Pur con tutti i pericoli che può presentare e le difficoltà che questa soluzione implica, non c’è scampo al di fuori del metodo del lavoro di gruppo."(4)

L’opportunità che il Touring Club Italiano ci offre di contribuire a uno studio su L.V. Bertarelli e sulla storia del T.C.I., che già dalla sua nascita ha inteso sviluppare il turismo in Italia, e la passione del Bertarelli per la bicicletta che è stata una compagna amena nel suo incessante viaggiare, conoscere e produrre conoscenza, ci stimola a una ricerca didattica e ci consola dell’isolamento in cui spesso la scuola italiana – e i docenti in particolare- si trovano a vivere, stimolando nuove possibilità di uscire dall’ambito scolastico e di porci come soggetti attivi- insieme agli studenti- per la costruzione di un percorso storico che guardi alla città e al sociale.

 

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Note

1. I sessant’anni del Touring Club Italiano, a cura di Giuseppe Vota, T.C.I., Milano 1954, pag.14 torna su

2. Fernard Braudel, Scritti sulla storia, A.Mondadori Editore,1980, pag.237 torna su

3. ibidem, pag.237 torna su

4. ibidem, pag.42 torna su