Conclusioni


In conclusione, fra le diverse enciclopedie esaminate, Encarta 2001 mi è sembrata decisamente la migliore, almeno per quanto riguarda la ricerca sulla storia dell'Italia repubblicana (non solo: anche per quanto riguarda la grafica, gli strumenti multimediali, la facilità di connessione e installazione; ma per questo conviene rimandare ad altri tipi di test). La possibilità del collegamento alla rete (naturalmente Encarta 2001 non è l'unica ad offrirla: qui però è inserita in un prodotto di buon livello) mi pare un ulteriore elemento di miglioramento e arricchimento in grado di trasformare profondamente, nel medio termine, il carattere stesso di un prodotto come questo: uno sviluppo possibile potrebbe essere un'enciclopedia fatta solo di indirizzi di siti Internet rilevanti, o magari di un motore di ricerca sufficientemente potente e sofisticato in grado di selezionare i siti rilevanti per l'argomento oggetto della ricerca, valutandoli e ordinandoli in base a criteri definiti (grado di istruzione dell'utente, livello di approfondimento desiderato, ecc.). 

Naturalmente ciò pone un problema dal punto di vista qualitativo, in quanto aggiunge la difficoltà di selezionare e valutare i testi e i dati di cui si entra in possesso tramite la rete Dal punto di vista dell'utilizzazione da parte dello studente (mi riferisco allo studente della scuola media superiore), una buona enciclopedia multimediale come Encarta 2001 è un prodotto in grado di attrarre e "fagocitare" chi si abitui a servirsene, soppiantando altre fonti e strumenti di consultazione e ricerca. Va detto che non è facilissimo sfruttarne tutte le risorse: non tanto per ragioni "tecniche" (anzi, è piuttosto facile da consultare) quanto per ragioni di contenuto, visto che una ricerca sufficientemente ampia ed esauriente richiede pre-conoscenze di cui non sempre lo studente dispone. Come si è detto, per riuscire a ottenere un quadro sufficientemente completo della storia della repubblica bisogna cercare in luoghi diversi, bisogna insomma avere già una qualche idea dell'argomento, sapere che cosa cercare. Quindi è immaginabile che l'utente "modello" di Encarta (quello cioè in grado di utilizzarla al meglio) sia lo studente curioso, che la consulta dopo aver già raccolto altre informazioni e che tuttavia è disposto a non fermarsi alla "storia in pillole" che troverà qui. Agli altri utenti, un'enciclopedia multimediale darà sicuramente qualche suggestione in più dell'enciclopedia cartacea tradizionale (filmati, suoni, icone rutilanti…), ma darà soprattutto l'impressione che studiare equivalga a navigare in un ipertesto e che conoscere sia un'operazione rapida, semplice e divertente – che dopo tutto è ciò che dice loro la reclame di prodotti come questo. 

Dal punto di vista dell'insegnante restano quindi molte perplessità: la storia rischia di essere ridotta a informazione organizzata in un discorso che si presenta con i caratteri dell'immediatezza e dell'evidenza. Più in generale, forse queste opere lasciano intravvedere il cambiamento che sta avvenendo nello stile e nelle modalità di acquisizione e organizzazione delle conoscenze: indicano cioè nella direzione di una conoscenza apparentemente più dinamica, aggiornata e "maneggevole" di quella immagazzinata con gli strumenti tradizionali; soprattutto, una conoscenza potenzialmente (e finalmente) accessibile a tutti, compresi coloro che non distinguono tra fatto e interpretazione. Molto più potente ed efficace, sul piano retorico, delle enciclopedie tradizionali, l'enciclopedia multimediale sembra in grado di cancellare la differenza tra informazione e cultura.