2. I presupposti didattici e storiografici adottati per la costruzione del curricolo

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I problemi da cui siamo partiti sono quelli comuni a tutti gli insegnanti di storia, ovvero le difficoltà/ necessità di:
a. adottare nuovi criteri di selezione dei contenuti, in modo da conciliare la vastità dei programmi con il poco tempo dell'orario-cattedra (le 60-65 ore annue "lorde");
b. superare la pratica trasmissiva dell’insegnamento/apprendimento della storia, facendolo diventare acquisizione anche di competenze operative e di una "grammatica" del sapere storico-sociale;
c. porsi il problema delle motivazioni degli studenti, e del loro crescente disinteresse per la materia.
d. rimettere in discussione l'immagine tradizionale e consolidata – anche tra noi insegnanti - della storia insegnata: l’impianto unilineare imperniato sul tempo breve degli eventi, il prima che spiega il poi, il primato dei "fatti", soprattutto quelli politico-istituzionali, il modello accademico della trasmissione in forma di lezione-conferenza, ecc. In sintesi, si ritiene che, per essere efficace, l’innovazione debba superare congiuntamente l’immagine ottocentesca della storia-scienza e il tradizionalismo didattico della storia-materia.

Se questi presupposti sono comuni alla maggior parte delle esperienze di innovazione dell’insegnamento della storia, peculiarità del nostro laboratorio è stata la decisione di partire dal livello "macro", cioè dalla progettazione dell'intero curricolo triennale. Riteniamo infatti che il curricolo, annuale e pluriennale, non possa essere concepito come la semplice sommatoria di parti (percorsi, unità didattiche o moduli che siano) indipendenti. Ciò ha significato aggredire, come primo problema, quello dei criteri di scelta dei contenuti su scala annuale e triennale. Questa scelta, però, non è una variabile indipendente rispetto a precisi criteri sia didattici sia storiografici ai quali essa deve ispirarsi. I criteri da noi adottati sono in larga misura ispirati ai maggiori contributi teorici sulla didattica della storia, soprattutto quelli dei proff. Antonio Brusa e Ivo Mattozzi.