3. I criteri per la progettazione del curricolo annuo e triennale

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1. criteri didattici

1.1 articolare il curricolo annuo in non più di 4-5 moduli, in modo da consentire lo sviluppo di competenze trasversali e disciplinari, oltre che l’acquisizione di conoscenze; a tal fine, occorre anche tematizzare ciascun modulo, ovvero focalizzarlo su un tema unitario e relativamente autosufficiente;

1.2 nella progettazione dei moduli, graduare le difficoltà per gli studenti, sia rispetto alle tematizzazioni individuate, sia rispetto alle abilità/competenze metodologiche messe in gioco;

1.3 nella combinazione dei moduli, seguire criteri di varietà/alternanza rispetto a diversi parametri:

 

varietà/alternanza di:

 

ambiti settoriali dei

temi indagati:

popolazione e rapporto uomo/ambiente; economia; rapporti sociali; forme del potere politico; mentalità collettiva

scale spaziali:

mondiale, di grandi aree (di civiltà, o geo-economiche…), nazionale, locale

scale temporali:

a.le durate (permanenze); b.i mutamenti: b1 sul lungo periodo; b.2 sul medio periodo; b.3 sul tempo breve dell’avvenimento

soggetti della storia:

popoli, civiltà, stati, ceti e classi, generi e generazioni

procedimenti di trattazione:

descrittivi per le permanenze; per i mutamenti, non solo diacronia ma anche problematizzazione, cfr./contrasto tra situaz.iniziale/finale, o tra pres/ passato

competenze studenti su cui lavorare:

a. sull’uso delle fonti; b. sull’uso "attivo" del manuale e di altri testi; c. sulla capacità di orientarsi su scale temporali diverse

materiali didattici utilizzati:

manuale; documenti e altre fonti; testi storiografici; dispense…

modalità di lavoro in classe:

lezione frontale, lezione- colloquio, lavori di gruppo, giochi didattici, lavoro sui documenti e su vari tipi di fonti

Tra i motivi per cui la progettazione deve abbracciare l’intero curricolo c’è anche l’esigenza che il criterio della varietà sia perseguito assieme a quello della ricorsività, in una logica di sequenza a spirale: se infatti tutti i moduli fossero diversi dai precedenti, ben difficilmente le competenze messe in gioco potrebbero fissarsi, mentre ciò può accadere se esse vengono richiamate e rafforzate da altri moduli, anche svolti a distanza dal primo. Ovviamente il criterio della varietà di impostazione dei moduli vuole anche concorrere a stimolare l'interesse e la motivazione degli studenti (certamente poco stimolati, nell'impostazione tradizionale, dalla monotonia della storia-racconto unilineare imperniata sulla terna 'lezione frontale-studio del manule-interrogazione').

2. criteri storiografici

Se è vero che la ricostruzione del passato avviene sempre alla luce del presente, allora le rilevanze, anche per i programmi delle classi terze e quarte, deriveranno da una rilettura della storia influenzata da:

2.1 Gli statuti epistemologici e i nuovi approcci storiografici affermatisi nel Novecento, cioè la dilatazione dei campi e settori di indagine (sinteticamente potremmo dire il passaggio "dalla storia alle storie"), la pluralità dei tempi e degli spazi storici (cfr. la storiografia francese, la World History, la storia orale, ecc.), la profonda modificazione delle stesse categorie di fatto e di fonte storica; laddove la storia insegnata tradizionalmente è ancora legata a un impianto sostanzialmente ottocentesco;

2.2 Le rilevanze della storia del Novecento, ad un tempo "secolo scorso e nostro presente". Come si vedrà tra poco, tra queste rilevanze due in particolare, il Novecento come secolo della mondializzazione della storia e il Novecento come secolo delle masse, convergono con i punti sopra citati (2.1) nel suggerire alcuni criteri di scelta dei contenuti anche per le epoche precedenti. In particolare, la seconda di queste rilevanze dovrebbe indurci a scegliere tematizzazioni che non riguardino solo la storia delle élites, né solo di tipo politico-istituzionale, mentre la prima ci induce ad di uscire, anche per il passato, dall’eurocentrismo.

2.3 Nell’impianto da noi progettato, l’insieme dei criteri didattici e storiografici finora esposti ci ha suggerito inoltre un’impostazione del curricolo "a maglie larghe", che assuma come prospettiva iniziale d’indagine la scala spazio-temporale più ampia possibile pertinente alle tematiche dei diversi moduli, per poi zoommare su tematiche inscrivibili entro scale spazio-temporali più circoscritte. Come si vedrà, questo criterio vale soprattutto per la classe quinta, ma per diversi aspetti viene gradualmente anticipato già in classe terza e quarta.