PROPOSTA DI NUOVO CURRICOLO VERTICALE
PER L'AREA GEO-STORICO-SOCIALE
Insmli - Landis - Rete delle sezioni didattiche degli ISR

 



Il senso della proposta: prospettive, vincoli, risorse
Il nuovo curricolo dell'area geo-storico-sociale: contenuti, finalità, obiettivi e strategie didattiche

    


 

 

Il senso della proposta: prospettive, vincoli, risorse

La proposta curricolare qui di seguito esposta si inscrive nel contesto de:
- le innovazioni in atto e i nuovi scenari che si aprono per la scuola dell'autonomia;
- il riordino dei cicli sulla base dello schema 7 + 5 e l'innalzamento dell'obbligo scolastico al primo biennio della nuova scuola secondaria;
- le indicazioni pedagogico-didattiche scaturite dal dibattito sia sui temi generali (da quelle del "Documento sui contenuti essenziali per la nuova scuola di base" a quelle del documento "Competenze e curricoli: prime riflessioni"; nonché le elaborazioni sulla didattica modulare, ecc) che sugli aspetti disciplinari.

Sulla base di queste elaborazioni e delle nostre esperienze scaturiscono, per quanto riguarda il nuovo curricolo di storia, le esigenze irrinunciabili di:
- cambiare l'approccio prevalentemente trasmissivo nella pratica di insegnamento/apprendimento;
- seguire l'indicazione di "forte alleggerimento dei contenuti" (cfr.doc.dei Saggi), non già nel senso di una loro "bignamizzazione", ma nel senso di una ridefinizione di cosa si intenda per "quadro generale": non l'insieme dei "contenuti storiograficamente importanti" ma l'insieme delle conoscenze che consentono allo studente di orientarsi nello spazio e nel tempo, di periodizzare;
- favorire non solo l'apprendimento di contenuti, ma anche lo sviluppo di competenze sia trasversali che specificamente disciplinari e l'adozione di pratiche educative e metodologie di lavoro che recuperino l'interesse e le motivazioni degli studenti per la disciplina; tali pratiche e metodologie devono tenere conto altresì dei nuovi stili cognitivi, del diverso contesto i cui i discenti sono inseriti, del complesso rapporto tra identità personale - identità sociale - senso spazio/temporale -coscienza storica che caratterizza le nuove generazioni;
- passare dalla storia alle storie, esigenza che proviene sia dalla nuova composizione dell'utenza scolastica, sempre più multiculturale, sia dalle innovazioni epistemologiche delle discipline storiche e dal conseguente ampliamento degli oggetti dell'insegnamento storico, rispetto a: a) le scale spaziali: dalla dimensione planetaria, nel mondo della globalizzazione, alla storia locale e alle micro-storie; b) le scale temporali: sia in riferimento alla molteplicità dei tempi della storia (evento, congiuntura, lunga durata; mutamento, permanenze, ecc;) che alla pluralità delle periodizzazioni in funzione dei fenomeni che si esaminano; c) le angolazioni e prospettive di indagine: non più solo la storia politico-istituzionale e delle idee, ma anche la storia sociale, economica, della popolazione, del rapporto uomo-ambiente e della vita materiale, della mentalità collettiva, la storia di genere e di generazione;
- favorire la pluralità degli approcci e degli strumenti didattici: a fianco del manuale, l'uso delle fonti, dei mezzi multimediali, la pratica del laboratorio, la didattica modulare che meglio risponde alle esigenze di flessibilità, agevola la fissazione di standard formativi sulla base della distinzione tra un "sapere minimo di base" e un'area di "avanzamento-approfondimento", anche in funzione dei crediti/debiti formativi e dei passaggi tra diversi percorsi scolastici.
- ripensare il curricolo verticale tradizionale, eliminando sia la ripetizione ciclica del programma di storia generale sia la separatezza e discontinuità metodologica tra i diversi gradi, in favore di un curricolo verticale innovativo, in cui la continuità sia rappresentata dalla gradualità e progressività metodologica (in una sequenza a spirale), e la discontinuità sia invece rappresentata da nuovi contenuti, adeguati ai contesti formativo-didattici dei diversi gradi. Nella nostra proposta di nuovo curricolo verticale la storia generale (concepita in modo innovativo, come sotto indicato) viene svolta una volta sola, nella parte centrale del percorso di studi, e distribuita su 5 anni. La sua collocazione, a cavallo fra il triennio conclusivo della scuola di base e il biennio iniziale della secondaria, si spiega con: a) l'utilità di trattare la storia contemporanea nell'anno conclusivo del ciclo dell'obbligo, per il maggior valore orientativo che (a parità, beninteso, di valore formativo e culturale) la conoscenza del presente ha per giovani in procinto di scegliere i loro percorsi; b) l'opportunità di mantenere la storia tra le discipline dell'area comune, di non farne una disciplina precocemente canalizzante (come inevitabilmente avverrebbe nell'ipotesi di differenziare i programmi degli indirizzi quinquennali rispetto ai percorsi che prevedono uscite precoci dalla scuola secondaria).
- eliminare la separatezza, soprattutto nella scuola di base, tra le discipline della stessa area, cioè tra storia, geografia, studi sociali (e poi educazione civica), e passare a un impianto basato sull'unitarietà dell'area geo-storico-sociale;
- prevedere, per il triennio conclusivo della scuola secondaria, la distinzione tra una parte comune, o programma di base, e una parte flessibile.

Il nuovo curricolo dell'area geo-storico-sociale: contenuti, finalità, obiettivi e strategie didattiche

A) classi I-IV (dai 6 ai 9/10 anni)
Le finalità essenziali della parte iniziale del curricolo nella nuova scuola di base sono la formazione del senso spazio-temporale tramite l'acquisizione delle competenze essenziali geo-storico-sociali. Ciò deve avvenire nel rispetto delle strutture cognitive e socio-affettive del bambino, tramite un sapere manipolatorio imperniato sugli elementi dei suoi vissuti quotidiani, da utilizzare come fonti (iconografiche, materiali, testuali scritte e orali) per costruire la consapevolezza documentaria, attraverso procedure di lavoro organizzate in modo da riprodurre la sequenza logica delle operazioni del "sapere esperto" delle discipline geo-storico-sociali. Tali finalità possono essere perseguite mediante strategie didattiche e sequenze di contenuti diverse, ad esempio:
a) procedendo per passaggi graduali dal vicino al lontano e dal presente al passato, in riferimento sia agli spazi (aula, casa, scuola, quartiere, città...) che ai tempi (giornata, settimana, mese, anno, vita personale, biografia familiare, storia generazionale...);
b) procedendo per confronto/contrasto tra il vicino e il lontanissimo (la realtà esperita dal bambino e quella, ad esempio, dei primi gruppi di ominidi), in modo da favorire nel bambino la percezione delle differenze (da quelle più macroscopiche a quelle via via più fini), percezione funzionale alla formazione del senso spazio-temporale. Entrambi gli approcci portano, nel quarto ed ultimo anno di questo primo quadriennio, alla costruzione statico-descrittiva dei modelli più generali di società, attraverso casi significativi di: società di raccoglitori-cacciatori; società agricolo-pastorali; società industriali, opportunamente intrecciati alle tipologie più generali degli ambienti naturali e dei paesaggi antropizzati: le fasce climatiche, i paesaggi naturali, i paesaggi agricoli e pastorali, i paesaggi urbani. Dipenderà dalle strategie didattiche del docente la scelta se sviluppare più ampiamente un solo esempio per ciascuna delle tre tipologie (quindi tre moduli), o più di un esempio per ciascuna.

B) classi V,VI, VII della scuola di base e biennio della scuola secondaria (dai 10 ai 14/15 anni)
Il quinquennio centrale del curricolo verticale, che si conclude con l'assolvimento dell'obbligo scolastico, viene dedicato allo studio di una nuova geo-storia generale, intesa come conoscenza "a maglie larghe" dei grandi quadri di civiltà del passato e come strumento orientativo per il presente. In un presente caratterizzato dai vari aspetti della globalizzazione, la prospettiva di indagine privilegiata ed iniziale per lo studio è quella planetaria, come un macro-contenitore all'interno del quale si inseriscono le altre scale spaziali via via considerate: macro-regionale, europea, nazionale, locale, ciascuna delle quali in relazione a fenomeni ad esse pertinenti. Questa prospettiva geo-storica è rafforzata dall'uso delle dimensioni ecologica e demografica (il rapporto uomo-ambiente, il popolamento) e di quella economica (le risorse, la strutturazione degli spazi, il rapporto centro-periferia) tra le prospettive di indagine privilegiate, a fianco di quella sociale (i ruoli, le funzioni, le gerarchie sociali), politica (le forme del potere), culturale (le tradizioni delle diverse aree di civilizzazione, le forme di incontro/scambio/trasmissione culturale...). Tutte queste dimensioni vanno considerate altrettante angolazioni visuali che consentono di concettualizzare, tematizzare e periodizzare secondo una pluralità di prospettive la visione del passato ed il rapporto passato-presente, in luogo del tradizionale approccio unilineare (obsoleto sul piano storiografico e inefficace su quello didattico-pedagogico). La padronanza di concetti ordinatori, di grandi tematizzazioni e delle periodizzazioni ad esse relative è infatti la finalità essenziale di questa nuova storia generale. L'insieme dei concetti ordinatori e delle grandi tematizzazioni - da concepire come una rete progressivamente sempre più fitta, più che come una sequenza lineare, e strutturata quanto più possibile esplicitando i nessi tra presente e passato - può essere così distribuito nei cinque anni:
- I (cl.5^della scuola di base): La prima grande partizione della storia umana: il processo di neolitizzazione, con analisi e confronto tra società pre-neolitiche e società agricole e pastorali, privilegiando come prospettive di indagine il rapporto uomo-ambiente, le risorse, le forme del popolamento. A tal fine, è il docente a scegliere i casi significativi, come ad es. Homo habilis, Homo Sapiens sapiens, Sumeri, Egitto, Cina, Greci, Celti, Germani, Mongoli...; eventualmente anche società pre-neolitiche e agricole o pastorali del presente.
- II (cl.6^della scuola di base): I principali modelli delle società agricole, viste secondo una maggiore complessità di variabili (economia, società, politica, cultura): le società cittadine, le società idrauliche, le società imperiali, la società curtense, viste attraverso l'analisi di grandi quadri di aree di civilizzazione. E' il docente a scegliere i casi significativi, sia nuovi sia, eventualmente, riprendendo ad un maggior livello di complessità alcuni di quelli esaminati nell'anno precedente: ad es. Egitto, civiltà amerinde, Atene, Fenicio-Punici, civiltà romano-ellenistica, Arabi, società romano-germaniche, impero carolingio, città medievali, signorie territoriali...
- III (cl.7^della scuola di base): La seconda grande partizione della storia umana: l'industrializzazione, con analisi e confronto dei tratti distintivi tra società preindustriale e industriale; il passaggio dalle economie-mondo all'economia mondiale, e dalla società dei ceti alla società delle classi; la genesi dello stato moderno in Europa; l'incontro/scontro tra aree di civilizzazione diverse. Anche in questo caso, il docente sceglie alcuni casi significativi rispetto alla pluralità dei temi indicati.
- IV (cl.I^ della secondaria): Il "lungo Ottocento", ovvero l'avvio del mondo contemporaneo: i problemi della società industriale; le rivoluzioni politiche (dalle rivoluzioni atlantiche del '700 al '48), il processo di affermazione dello stato-nazione (e le diverse traiettorie seguite: ad es. il caso italiano, tedesco, ecc.); l'imperialismo europeo e lo "stato del mondo" all'inizio del Novecento (cioè situazione demografica, rapporti di forza geo-economici e politici tra le principali aree di civiltà). Scelta del docente di casi significativi.
- V (cl.II della secondaria, conclusione del ciclo dell'obbligo): Il Novecento, nei suoi tratti distintivi rispetto alle epoche precedenti (ad es. il secolo della tecnologia, della mondializzazione, della società di massa) e nelle sue periodizzazioni interne tra "mondo contemporaneo" (l'industrialismo fordista; il primato dello stato-nazione e la sua diffusione in tutto il mondo; le guerre mondiali, la guerra fredda e la decolonizzazione, le grandi ideologie di massa...) e "mondo attuale" (post-fordismo, nuove tecnologie e problemi dello sviluppo sostenibile, crisi dello stato-nazione, globalizzazione, nuovi rapporti geo-politici, distanza crescente tra Nord e Sud del mondo...). Il docente sceglie i casi più significativi, cercando di evidenziare l'interrelazione tra la pluralità dei temi-problemi e quella delle scale spaziali utili ad indagarli; e tenendo conto altresì della specificità del Novecento, ad un tempo "secolo scorso" e tempo storico in cui affondano le diverse memorie, personali, generazionali e collettive.

NB: Il problema di fornire un solido retroterra storico allo studio della civiltà greco-romana, negli indirizzi ove è presente lo studio del latino e del greco può trovare un'efficace soluzione prevedendo un monte-ore di due ore medie settimanali all'interno del curricolo quinquennale di queste discipline. Sarebbero 300 ore complessive, tra l'altro distribuite anche negli anni in cui più servono, cioè nel triennio conclusivo, quando si affrontano gli aspetti della civiltà e letteratura. Tale soluzione sarebbe incomparabilmente più soddisfacente rispetto a quelle 20-30 ore in tutto che, se si mantenesse la storia antica al biennio, sarebbero riservate alla storia greca e romana (oltrettutto poco funzionali alle due lingue, negli anni in cui se ne affrontano soprattutto gli aspetti linguistici). Un monte-ore di analoga struttura, sia pur di più ridotte proporzioni quantitative (ad es. di 30-40 ore) potrebbe essere ricavato all'interno del curricolo letterario anche negli altri indirizzi, per valorizzare la conoscenza della civiltà classica e i complessi rapporti che essa intrattiene con il mondo attuale.

C) classi III, IV e V della nuova scuola secondaria (dai 15 ai 17/18 anni)
Nel triennio superiore lo studio della storia avviene mediante l'approfondimento di temi e problemi, da affrontare prevalentemente con modalità laboratoriali, ovvero valorizzando l'uso delle fonti (e le loro differenti tipologie: scritte, orali, materiali, iconiche, multimediali), il confronto tra tesi storiografiche, e privilegiando i percorsi di ricerca, disciplinare e interdisciplinare, la problematizzazione, la costruzione di ipotesi, la loro verifica documentale, la discussione critica. Oltre che l'approfondimento di temi e problemi, questa fase conclusiva di studi deve infatti da una parte consolidare le competenze acquisite e l'autonomia nel metodo di lavoro, dall'altra stimolare l'interesse e il coinvolgimento attivo dello studente: soltanto dall'interesse per i temi e i problemi affrontati e per le modalità di indagine seguite può infatti scaturire quell'apertura a percorsi autonomi di formazione continua che è auspicabile siano proseguiti dai discenti, una volta concluso il ciclo di studi secondari. Al fine di favorire il raccordo con la storia generale studiata nel quinquennio precedente, i moduli laboratoriali possono essere preceduti da moduli-cornice che abbiano le funzioni di:
a) contesto spazio-temporale per i temi oggetto del laboratorio;
b) raccordo con i moduli precedenti e successivi. La scelta delle tematizzazioni dei moduli laboratoriali (e, di conseguenza, dei relativi moduli-cornice) è in larga misura affidata all'autonomia progettuale dei docenti. Tale scelta tiene conto anche delle specificità territoriali (il contesto locale in cui è situato l'Istituto scolastico), e di quelle settoriali di indirizzo: specificità territoriali e di indirizzo che possono influenzare le tematizzazioni di circa un terzo del curricolo annuo e triennale. Perché il lavoro possa avere le caratteristiche sopra indicate, è opportuno che i temi-problemi indagati siano non più di 3-4 all'anno, riferibili a una pluralità di dimensioni di indagine (cioè non solo moduli di storia economica, o di storia politica, ecc), di scale spaziali, di metodologie di lavoro e di materiali didattici utilizzati. Per quanto riguarda le scansioni temporali, si può ipotizzare la seguente ripartizione nei tre anni:
- I (classe 3^): Temi e problemi riferiti alla storia di lungo o lunghissimo periodo, quali ad esempio: gli aspetti di genere o di generazione (come la storia della famiglia, delle relazioni tra i sessi, del "sentimento dell'infanzia" o del senso della morte); le variabili ecologiche, ovvero il rapporto uomo-ambiente; la strutturazione delle gerarchie geo-economiche (il rapporto centro-periferia, il rapporto città-campagna, la storia urbana); la formazione delle tradizioni culturali, degli stereotipi, degli scambi tra culture e aree di civiltà, ecc.
- II (classe 4^): Temi e problemi riferiti alla storia moderna, cioè ai secoli più recenti, quali ad esempio: la nascita e l'evoluzione dello stato moderno; le economie-mondo e la progressiva espansione dell'area di influenza europea; i tratti di permanenza e gli elementi di trasformazione del mondo rurale; le rivoluzioni industriali; le trasformazioni nella sensibilità religiosa, nella mentalità collettiva, ecc.
- III (classe 5^): Temi e problemi riferiti alla storia del Novecento e alla "storia del presente", quali ad esempio: la mondializzazione della storia, l'evoluzione degli equilibri e dei rapporti di potere nell'ordine internazionale, il rapporto Nord/Sud; le grandi ideologie politiche; le guerre e i massacri (il secolo dei lager, dei gulag e delle pulizie etniche); i diritti, i consumi di massa, le conquiste della tecnologia; le tappe dell'unificazione europea; fasi e problemi della storia italiana contemporanea, ecc.