A ridatece Muzio Scevola!
Fedele allo spirito
della sua controriforma e confortata dai pareri dei suoi qualificati
"esperti", tra i quali non mancano gli epigoni degli ardenti
sostenitori dei destini imperiali
dell'Italia , l'incrollabile Moratti procede a colpi d'ascia nel ridisegnare
la fisionomia del sistema scolastico italiano. E' il turno dei programmi
della scuola dell'obbligo, e segnatamente dei programmi di storia, a
proposito dei quali già in primavera Lei aveva informato il colto e
l'inclita delle sue ferme nonché illuminanti convinzioni. La storia sarebbe, a suo dire,
una materia scolastica "svilita" e "mortificata" perché
"troppo concentrata sullo studio del '900, troppo poco sensibile
all'insegnamento delle radici classiche, cristiane e umanistiche della
nostra civiltà" (intervista a Letizia Moratti, "Il Corriere della
sera", 29 marzo 2002, pag. 9).
Da
"Il Corriere della sera", 9 novembre 2002
Il ministro
rivede anche i programmi delle medie da introdurre con la riforma.
Via il termine marxista «imperialismo»
Elementari, tornano le poesie a memoria
La Moratti
accoglie i suggerimenti di An: analisi logica, meno storia del
Novecento e più spazio al Risorgimento
ROMA - Gli esperti scuola di Alleanza nazionale hanno un sogno:
recuperare alcuni insegnamenti della scuola prima delle riforme degli
anni ’70 e ’80. Riscoprire l’ordine mentale e la cultura delle
regole, lo studio dell’analisi logica e grammaticale e delle poesie
a memoria. Per realizzarlo hanno fatto modificare i programmi della
scuola elementare e media, che saranno applicati con l’entrata in
vigore della riforma in discussione al Senato. Il ministro Moratti
qualche giorno fa ha detto sì ai ritocchi proposti dal senatore
Giuseppe Valditara, responsabile istruzione del partito. Alcuni
cambiamenti, come quelli riguardanti la periodizzazione della storia,
non sono di poco conto. Ma vediamo di che si tratta cominciando dall’italiano,
la materia che An considera strategica.
ITALIANO - Le indicazioni nazionali, ovvero i livelli essenziali di
prestazioni che le scuole devono garantire, dopo la «cura» di An
contengono espliciti riferimenti, dalle elementari alle medie, allo
studio della grammatica e della sintassi e all’esercizio dell’analisi
logica, «i tre pilastri di una formazione rigorosa». Per evitare
fraintendimenti e rinfrescare la memoria delle scuole, termini come
«grammatica» e «sintassi» sono stati inseriti più volte nel
testo. Lo scopo è quello di contrastare la tendenza allo spontaneismo
nel linguaggio e nella scrittura attraverso le regole e l’analisi
riflessiva sulla lingua. Secondo Valditara, alla fine degli anni ’70
questi «pilastri», un po’ alla volta, hanno cominciato a
scomparire sull’onda di una nuova pedagogia. Con il ritorno alla
tradizione i bambini dovranno imparare a memoria le poesie, un
sacrificio oggi risparmiato ai più piccini. Le tecniche di
memorizzazione, e in particolare di memorizzazione di poesie, dovranno
essere affrontate già in seconda elementare.
STORIA - Il cambiamento più clamoroso, rispetto al testo redatto
dalla commissione di esperti della Moratti, riguarda la scansione
temporale della Storia. An ha ottenuto uno spazio maggiore per il
Risorgimento e la formazione dello stato nazionale a scapito del
Novecento che, col ministro Berlinguer, si è imposto nella terza
media. In prima media si partirà dalla caduta dell’Impero romano e
si arriverà all’età delle signorie. In seconda ci si spingerà
fino alla rivoluzione francese mentre in terza si andrà dal
congresso di Vienna alla fine dei regimi comunisti. «Non è
possibile - spiega Valditara - marginalizzare la storia europea dalla
caduta dell’impero romano fino al mille, né è pensabile dare al
’900 un anno pressoché intero». Nelle future lezioni di storia
dovrebbe essere anche bandito il termine «imperialismo» perché di
derivazione marxista.
MITI E LEGGENDE - Ecco un’altra novità. Alle elementari si
studieranno i miti e le leggende e si utilizzeranno dei testi di
mitologia e di epica. I maestri parleranno di personaggi «evocativi
di valori». «Vogliamo proporre ai bambini della scuola primaria -
spiega il responsabile scuola di An - una dimensione spirituale
nella rivisitazione del passato al posto di una dimensione
essenzialmente sociologica». Infine il latino. La lingua si
riaffaccia timidamente nei programmi di italiano delle medie per aiutare
i ragazzi a cogliere meglio la loro identità culturale. Nella
ricostruzione delle principali tappe della lingua italiana dovrà
essere valorizzata l’origine latina. I ragazzi dovranno riconoscere
ciò che resta di quell’antico idioma, sotto il profilo lessicale e
del significato, nell’italiano e nei dialetti.
Giulio Benedetti |


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