E'
possibile assistere in queste settimane all'ultima puntata del
tormentone sui libri di testo di storia, iniziato alla fine del 2000
con la mozione del Consiglio Regionale del Lazio, che proponeva
improbabili forme di controllo pubblico sui manuali di storia, e l'iniziativa
del Consiglio Provinciale di Milano di finanziare con i fondi pubblici
la pubblicazione di libri di testo di storia "obiettivi", e
proseguita poi con le esternazioni del presidente della RAI Baldassarre,
intenzionato a far conoscere ai giovani attraverso la TV la
"vera" storia, dato che fino ad ora la scuola ha raccontato
a loro delle "storielle". La Provincia e il Comune di Milano
si sono nel frattempo portati avanti, finanziando la distribuzione
nelle scuole di libri prodotti da case editrici dell'area culturale
"tradizionalista" o, per usare un termine
tecnico,
"reazionaria" (Evola e De Maistre, per intenderci),
allestendo una mostra su El Alamein che glorifica la guerra fascista
in Africa, e promuovendo nelle scuole superiori di Milano una mostra su
Galileo Galilei prodotta da Comunione e Liberazione. In questa mostra
si presenta l'Inquisizione come un'istituzione benefica, che in Spagna
"si trovò a difendere l'integrità del popolo spagnolo nei
confronti dei Mori e degli ebrei", e si vuole dimostrare come e qualmente la Chiesa, pur avendo torto nel processare
Galilei (come ha riconosciuto alcuni secoli dopo), avesse ragione mentre questi, pur sapendo di avere ragione, si
sia convinto, di sua spontanea volontà, di avere torto. La proposta di legge di
Garagnani, riguardo alla quale riportiamo qui il testo della proposta e i verbali
della discussione in corso presso la Commissione Istruzione della
Camera [fonte: il sito della Camera dei Deputati <http://www.camera.it>], rappresenta la
tappa finale di un percorso lineare e, a dire la verità, fino ad
oggi non molto accidentato.
CAMERA DEI DEPUTATI
XIV Legislatura - Scheda lavori preparatori
Atto parlamentare: C. 2991
(Fase iter Camera: 1^ lettura)
PROPOSTA DI LEGGE N. 2991
d'iniziativa del deputato FABIO GARAGNANI
(Componente della VII
Commissione permanente Cultura, scienza e istruzione dal
21 giugno 2001)
Disposizioni per l'insegnamento della storia nelle
scuole di ogni ordine e grado
Presentata il 9 luglio 2002
Art. 1.
1. Nelle scuole di ogni ordine e grado l'insegnamento della storia,
in particolare di quella contemporanea, deve svolgersi attraverso
l'utilizzo di testi di assoluto rigore scientifico che tengano conto
in modo obiettivo di tutte le correnti culturali e di pensiero, per un
confronto democratico e liberale che assicuri un corretto
apprendimento del passato con particolare riferimento a quello più
recente
XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 2991
RELAZIONE
Onorevoli Colleghi!
- L'insegnamento della storia pone oggi problemi complessi ed in gran
parte nuovi. La storiografia ha subìto una vera e propria rivoluzione
nel corso dell'ultimo cinquantennio e contemporaneamente si sono
enormemente ampliate le possibilità di fornire informazioni storiche
e di mettere a confronto pubblicamente tesi ed interpretazioni.
E' in atto, inoltre,
una riconsiderazione del ruolo della storia nel quadro complessivo
della formazione dei giovani. La riforma dei programmi d'insegnamento
ha dato ampio spazio alla storia contemporanea e particolare rilievo
ha assunto il rapporto fra la ricostruzione storica dell'identità
nazionale e la prospettiva dell'unificazione europea.
Il Consiglio d'Europa
ha di recente adottato la prima raccomandazione sull'insegnamento
della storia in Europa nel XXI secolo: il documento, nell'ottica della
promozione della dimensione europea dell'insegnamento, stigmatizza
l'incompatibilità con i princìpi fondamentali del Consiglio d'Europa
delle falsificazioni e delle manipolazioni ideologiche della storia.
La necessità di
delineare princìpi in base ai quali elaborare un metodo più
appropriato per un corretto e non strumentale insegnamento della
storia - quella contemporanea in special modo - è, dunque, avvertita
con forza; pensiamo, ad esempio, ad un momento particolarmente
significativo dell'attività della scuola come quello dell'adozione
dei libri di testo: il libro di testo è lo strumento didattico ancora
oggi più utilizzato mediante il quale gli studenti realizzano il loro
percorso di conoscenza e di apprendimento. Esso rappresenta il
principale luogo di incontro tra le competenze del docente e le
aspettative dello studente, il canale preferenziale su cui si attiva
la comunicazione didattica, lo strumento attraverso il quale i ragazzi
formano la propria coscienza critica: possiamo, dunque, lasciare che
un manuale di storia venga scelto ignorando quei criteri di
trasparenza e di "laicità" che lo rendono un viatico
prezioso per lo studente che voglia acquisire una cultura davvero
completa?
Lo studio della storia
svolge una funzione centrale nel processo formativo fin dagli anni
dell'infanzia: le categorie storiche sono una delle chiavi di lettura
fondamentali di tutta la realtà e lo studio della storia ha un ruolo
fondamentale nella strutturazione della memoria e della coscienza
nazionale e di gruppo.
La storia - proprio
perché non è mera conoscenza di nomi, di date e di avvenimenti,
bensì analisi complessa e tentativo di spiegazione - tende ad
utilizzare tutte le scienze umane e sociali e a raccordare
incessantemente tra loro fatti politici ed economici, culturali e
religiosi; essa è strumento di maturazione culturale e civile del
giovane e per questo motivo deve essere insegnata tenendo conto di
tutti i filoni della storiografia e con grande rigore scientifico.
Questo è l'obiettivo
massimo della presente proposta di legge.
CAMERA DEI DEPUTATI - XIV LEGISLATURA
Resoconto della VII
Commissione permanente
(Cultura, scienza e istruzione)
VII
Commissione - Resoconto di mercoledì 16 ottobre 2002
7-00163 Garagnani: Insegnamento della storia nelle
scuole di ogni ordine e grado.
(Discussione e rinvio).
Ferdinando ADORNATO, presidente, porge il benvenuto al
deputato Carla Mazzucca Poggiolini entrata a far parte della
Commissione.
La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.
Fabio GARAGNANI (FI) illustra la risoluzione in titolo,
sottoscritta anche dai rappresentanti delle altre forze della casa
delle libertà, sottolineando i problemi complessi ed in gran parte
nuovi che pone oggi l'insegnamento della storia, considerata tra
l'altro la riconsiderazione in atto del ruolo di tale insegnamento nel
quadro complessivo della formazione dei giovani, nonché la riforma
dei programmi che ha dato ampio spazio alla storia contemporanea ed il
particolare rilievo assunto dal rapporto tra ricostruzione storica
dell'identità nazionale e la prospettiva dell'unificazione europea.
Evidenzia che la necessità di delineare principi in base ai quali
elaborare un metodo più appropriato per un corretto e non strumentale
insegnamento della storia, in modo particolare quella contemporanea,
è avvertita con forza. Richiama, ad esempio, il momento
particolarmente significativo dell'attività della scuola
rappresentato dall'adozione dei libri di testo, che rappresentano il
principale luogo d'incontro tra le competenze del docente e le
aspettative dello studente, lo strumento attraverso il quale i ragazzi
formano la propria conoscenza critica.
Ricorda in proposito la raccomandazione recentemente adottata dal
Consiglio d'Europa che, nell'ottica della promozione della dimensione
europea dell'insegnamento, stigmatizza l'incompatibilità con i
principi fondamentali del Consiglio d'Europa delle falsificazioni e
delle manipolazioni ideologiche della storia.
È indubbio, a suo avviso, che negli ultimi anni nella scuola italiana
è prevalsa una visione ideologica che ha sovente alterato fatti
storici incontrovertibili, per fini di parte, in una pura ottica
politica.
Dopo aver citato alcuni libri di testo, il cui contenuto conferma, a
suo giudizio, quanto evidenziato, sottolinea che in questo quadro, nel
rispetto delle libertà di insegnamento e di apprendimento, così come
delle componenti fondamentali della scuola, il Parlamento è chiamato
a farsi carico della complessità del problema impegnando il Governo -
questa la proposta contenuta nella risoluzione - ad attivarsi,
collaborando con le istituzioni scolastiche e nel rispetto della loro
autonomia, per far si che nelle scuole di ogni ordine e grado
l'insegnamento della storia, in particolare di quella contemporanea,
si svolga secondo criteri oggettivi rispettosi della verità storica e
della personalità dei discenti, attraverso l'utilizzo di testi che
tengano conto, in modo obiettivo, di tutte le correnti culturali e di
pensiero.
Il sottosegretario di Stato Valentina APREA dopo aver spiegato che
interviene in questa fase del dibattito perché successivamente dovrà
assentarsi per concomitanti impegni connessi alla sua funzione, per
cui leggerà poi sul Resoconto le diverse posizioni espresse,
ringrazia i presentatori della risoluzione per la loro iniziativa che
pone all'attenzione del Parlamento una questione assai importante come
quella dell'insegnamento della storia nella scuola. Ricorda in
proposito quanto detto dal Presidente della Repubblica che ha parlato
del pluralismo come di un valore della democrazia.
Sottolinea che la materia della scelta dei libri di testo è assai
delicata, coinvolgendo la libertà di scelta dei docenti, la libertà
di insegnamento, la libertà delle case editrici, le regole del
mercato e della concorrenza, nonché la libertà di apprendimento e
valutazione critica degli studenti, senza dimenticare la sovranità
delle scuole cui è demandata l'adozione de testi stessi. Aggiunge che
l'insegnamento della storia più recente ha forse trovato impreparate
le case editrici ed i loro esperti.
Evidenzia che il Governo non intende assolutamente entrare nel merito
di questioni che attengono a libertà personali e collegiali, così
come alla sovranità ed autonomia degli istituti, ha però una
responsabilità cui far fronte in sede di definizione dei piani di
studio relativi ai nuovi ordinamenti. Al riguardo riferisce che il
ministro Moratti ha sollecitato la collaborazione di esperti di
altissimo livello, espressione di tutte le componenti del mondo
accademico, culturale, dell'associazionismo e delle diverse discipline
con l'obiettivo di realizzare un effettivo pluralismo di voci.
In questo spirito, il Governo, mentre accetta lo spirito e l'oggetto
della risoluzione, invita la Commissione, se possibile, a non giungere
ad un voto che potrebbe registrare divisioni, mentre ritiene
importante che si avvii un dibattito, il più ampio ed approfondito
possibile, sui temi posti dalla risoluzione stessa in vista del lavoro
sui nuovi ordinamenti. Precisa, infine, che in caso contrario il
parere del Governo sulla risoluzione è comunque favorevole.
Ferdinando ADORNATO, presidente, sottolinea che il
rappresentante del Governo ha avanzato una proposta politica sulla
quale la VII Commissione è chiamata a pronunciarsi. A questo fine,
non volendo in alcun modo limitare gli interventi dei deputati su una
materia così rilevante, ritiene che nella seduta odierna, per non
sottrarre tempo agli altri punti all'ordine del giorno, si possa
prevedere lo svolgimento di e due interventi e rinviare poi il seguito
della discussione ad altra seduta.
Dopo interventi, sull'ordine dei lavori, dei deputati Titti DE
SIMONE (RC), Carla MAZZUCA POGGIOLINI (Misto-UDEUR-PPE), Alba SASSO (DS-U)
e Andrea MARTELLA (DS-U) che, alla luce dell'intervento del
rappresentante del Governo, sollecitano un chiarimento sulla
discussione che si apre nel senso di sapere se essa si concluderà o
meno con un voto, il presidente Ferdinando ADORNATO precisa che la
decisione di giungere o meno ad un voto dipende dai presentatori della
risoluzione.
Fabio FATUZZO (AN) si dichiara contrario alla ipotesi di una
interruzione della discussione, ritenendo opportuno che la stessa
avvenga, con i tempi e la continuità necessari.
Teodoro BUONTEMPO (AN) sottolinea che la Commissione è chiamata a
discutere la risoluzione presentata, sulla quale il Governo si è
legittimamente espresso. In tal senso, non comprende le ragioni per
proseguire la discussione sull'ordine dei lavori.
Andrea COLASIO (MARGH-U) sottolinea l'importanza di una discussione
a trecentosessanta gradi, seria e rigorosa sui problemi evidenziati e
l'esigenza che la stessa avvenga con il massimo di pubblicità.
Titti DE SIMONE (RC) concorda sulla utilità ed importanza di una
discussione sui temi in oggetto, ma ribadisce che l'invito rivolto dal
Governo ad evitare una divisione sul voto è un fatto nuovo che cambia
radicalmente il quadro di riferimento. A suo avviso, quindi, occorre
chiarire se l'invito del Governo è o meno recepito dai presentatori
della risoluzione.
Andrea MARTELLA (DS-U) concorda con il deputato De Simone: anche a
suo avviso, infatti, occorre chiarire se l'auspicio politico espresso
dal rappresentante del Governo è accolto dai presentatori della
risoluzione, anche perché lo stesso rappresentante del Governo ha
chiarito che in caso contrario esprimerà parere favorevole.
Piera CAPITELLI (DS-U) sottolinea la diversità tra una discussione
sui problemi dell'insegnamento della storia nel contesto della realtà
odierna, così come delineata dal sottosegretario Aprea, ed un
dibattito incentrato sui libri di testo.
Fabio GARAGNANI (FI) precisa che allo stato degli atti, non ritira
la risoluzione.
Ferdinando ADORNATO, presidente, rinvia il seguito della
discussione ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.10.
CAMERA DEI
DEPUTATI - XIV LEGISLATURA
Resoconto
della VII Commissione permanente
(Cultura, scienza e istruzione)
Resoconto
di martedì 22 ottobre 2002 |
|
RISOLUZIONI
Martedì 22 ottobre 2002. - Presidenza del presidente Ferdinando
ADORNATO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione,
l'università e la ricerca Valentina Aprea.
La seduta comincia alle 14.30.
7-00163 Garagnani: Insegnamento della storia nelle scuole di ogni
ordine e grado.
(Seguito della discussione e rinvio).
La Commissione prosegue la discussione, rinviata nella seduta del
16 ottobre 2002.
Alba SASSO (DS-U) si sofferma preliminarmente sui contenuti
dell'intervento svolto nella seduta precedente dal deputato Garagnani,
il quale ha giudicato fondamentale l'insegnamento della storia nel
quadro complessivo della formazione dei giovani. Giudica azzardata
tale valutazione, ritenendo che la finalità principale
dell'insegnamento della storia sia quella di mettere in relazione
fatti ed accadimenti che si sono verificati in un determinato periodo.
Per quanto riguarda i libri di testo, richiama i dati forniti,
peraltro utilizzati anche dal sottosegretario Aprea, dall'Associazione
italiana degli editori, dai quali emerge chiaramente che, per quanto
riguarda la scuola media di primo e secondo grado, su 180 testi
esistenti nessuno viene utilizzato da più di un 8 per cento
dell'intera utenza scolastica.
In merito alla questione dell'insegnamento della storia contemporanea
nelle scuole, ricorda le posizioni favorevoli espresse al riguardo da
Casati e da Benedetto Croce e che, dopo la seconda guerra mondiale, la
commissione di controllo sui programmi stabilì, invece, che non si
sarebbe proceduto all'insegnamento della storia contemporanea.
Successivamente, nel 1986, il ministro Falcucci costituì una
commissione che si espresse a favore dell'insegnamento della storia
contemporanea nei bienni; nella XIII legislatura, infine, il ministro
Berlinguer si espresse a favore dell'insegnamento nelle scuole della
storia contemporanea. Nel sottolineare il fatto che negli ultimi anni
si è affermata una tendenza revisionistica rispetto alla valutazione
di determinati periodi storici, ritiene tuttavia che un docente di
storia non possa che rifarsi ai principi antifascisti della
Costituzione italiana. In merito all'insegnamento della storia,
richiama il caso del docente antifascista Augusto Monti il quale,
rispondendo ad una domanda postagli dalla polizia fascista sul modo in
cui svolgeva la propria attività di docente, rispose che egli si
limitava a raccontare i fatti e ad insegnare agli studenti a
rispettare le proprie idee. Alla luce di tale esempio e in particolare
della situazione attualmente esistente nel mondo della scuola, giudica
inaccettabile pensare che gli insegnanti di storia possano
condizionare dal punto di vista politico i propri studenti, che sono
invece perfettamente in grado di formarsi una propria opinione da
soli.
Per quanto concerne la scelta dei libri di testo, non condivide il
giudizio espresso dal deputato Garagnani sulla faziosità dei manuali
di storia e osserva che questi ultimi vengono scelti dagli organi
collegiali, nei quali sono rappresentate tutte le componenti della
scuola. Alla luce di tali considerazioni, ritiene inaccettabile anche
la parte dispositiva della risoluzione presentata e sottolinea che il
Governo non ha la facoltà di ripristinare la trasparenza nella
adozione dei libri di testo, né quella verità oggettiva alla quale
ha fatto riferimento il deputato Garagnani.
In conclusione, invita il deputato Garagnani a non insistere nella
richiesta di votazione della risoluzione in titolo.
Antonio RUSCONI (MARGH-U) esprime apprezzamento per l'intervento
svolto dal sottosegretario Aprea nella seduta precedente, la quale,
dopo aver invitato la Commissione a non procedere alla votazione della
risoluzione in titolo, si è dichiarata favorevole allo svolgimento di
un ampio e approfondito dibattito in materia.
Nel sottolineare che nel triennio delle scuole medie superiori il
manuale di storia è diventato spesso uno strumento secondario,
poiché si ricorre frequentemente a filmati e ad altri mezzi di
insegnamento, ritiene impossibile pensare che possano esistere manuali
di storia oggettivi: osserva che essi si basano prevalentemente su una
serie di giudizi espressi dagli storici, oggi generalmente accettati.
Riguardo all'insegnamento della storia, richiama il pensiero di
Benedetto Croce, secondo il quale lo storico deve esprimere un
giudizio sui fatti, e osserva che la correttezza dei docenti
nell'insegnamento dipende dal singolo insegnante e non dal manuale da
esso utilizzato.
In conclusione, nel ricordare le parole del Presidente Ciampi sulla
necessità di rispettare le posizioni di tutti, pur ricordando chi ha
portato la libertà nel nostro paese, esprime l'auspicio che la VII
Commissione non proceda alla votazione della risoluzione in titolo e
che si svolga, invece, un ampio e approfondito dibattito sulla materia
in esame.
Ferdinando ADORNATO, presidente, rinvia il seguito della
discussione ad altra seduta.
La seduta termina alle 15. |