Sui lavori della
Commissione.
Fabio GARAGNANI (FI) propone che la
Commissione proceda allo svolgimento di un indagine conoscitiva sui
temi della risoluzione. Ove tale proposta venisse accolta, la
risoluzione verrebbe ritirata. Ritiene che in tal modo la VII
Commissione potrà adottare scelte più consone alla gravità dei
fatti evidenziati nella risoluzione stessa.
Ferdinando ADORNATO, presidente, dà
atto al deputato Garagnani della sensibilità dimostrata rispetto
alle opzioni indicate nel corso della discussione dal rappresentante
del Governo e dai deputati intervenuti.
Dal punto di vista formale, precisa che, solo dopo il ritiro della
risoluzione, il deputato Garagnani potrà avanzare la proposta di
indagine conoscitiva, che verrà poi deliberata in sede di ufficio
di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
Fabio GARAGNANI (FI), poiché la risoluzione
reca la firma dei rappresentanti dei gruppi di maggioranza, ritiene
necessario conoscere il loro parere al riguardo.
Alba SASSO (DS-U), nel prendere atto della
volontà del deputato Garagnani di ritirare la risoluzione in
titolo, chiede chiarimenti in merito all'oggetto dell'indagine
conoscitiva.
Ricorda che presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e
della ricerca è operativo un osservatorio sui libri di testo, che
ha il compito di verificare la correttezza nell'adozione degli
stessi libri di testo. Ritiene pertanto opportuno usufruire
dell'apporto di tale osservatorio.
Considera, peraltro, improprio che il Parlamento svolga una indagine
conoscitiva su una tematica che attiene alla libertà
dell'insegnamento, che è sancita dalla Costituzione. Riterrebbe
pertanto «poliziesca» e vessatoria una iniziativa di questo
genere.
Domenico VOLPINI (MARGH-U) sottolinea,
preliminarmente, che i contenuti scientifici dei manuali di storia
attengono alla libera circolazione delle idee, a meno che non siano
in contrasto con il dettato costituzionale. Ritiene quindi che il
dibattito scientifico nel campo della storia moderna non possa
essere delegato al controllo del Parlamento o del Governo.
Nel richiamare l'osservatorio sui libri di testo, operante presso il
Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, precisa
che nel caso di specie non si violerebbe soltanto la libertà di
insegnamento, ma anche quella di apprendimento e di scelta libera
delle famiglie. Ribadisce che il Parlamento non dovrebbe entrare in
tale scelta, ma che in tale ambito dovrebbe prevalere la libera
contrapposizione delle idee. Osserva, peraltro, che la libertà di
circolazione delle idee è garantita in tale contesto anche
dall'esistenza di ben 120 libri di testo. Pur rilevando l'esistenza
di talune incongruità in alcuni libri di testo, ritiene comunque
necessario rispettare la libertà di scelta.
Michele RANIELI (UDC) ritiene che la volontà
del deputato Garagnani di ritirare la risoluzione in titolo sia il
frutto della maturazione di un dibattito che si è svolto presso la
VII Commissione. Rileva quindi che da tale dibattito si possano
trarre le seguenti conclusioni: il problema sollevato nella
risoluzione è reale in quanto esistono diverse correnti di pensiero
e, pertanto, incidere sulla scelta dei libri di testo
rappresenterebbe una invasione della libertà di scelta. Tuttavia,
riterrebbe opportuno che i libri di testo scelti includessero al
loro interno tutti i filoni di pensiero esistenti, in modo da
aiutare i giovani a crescere, ampliando le loro conoscenze. Ritiene
che, se si procedesse allo svolgimento di una indagine conoscitiva
su tali tematiche, si potrebbero ascoltare le opinioni degli autori
e degli editori dei libri di testo, per chiedere loro di includere
all'interno degli stessi tutti i filoni di pensiero esistenti.
Sottolinea, tra l'altro, che ciò comporterebbe per le famiglie
degli studenti un minore dispendio di risorse finanziarie
nell'acquisto dei libri di testo che, attualmente, vengono cambiati
ogni anno. Rileva, oltretutto, che ciò va a discapito anche
dell'acquisto di libri usati. Occorre quindi chiedere agli editori
ed agli autori di libri di testo di predisporre manuali in grado di
essere riutilizzati, senza doverli cambiare ogni anno.
Richiama quindi l'attenzione della Commissione sul peso eccessivo
dei libri di testo e degli zaini con i quali vengono trasportati
dagli studenti, che comporta problemi alla salute degli studenti
stessi.
Nel condividere l'opportunità di ritirare la risoluzione in titolo,
ribadisce la necessità di svolgere un monitoraggio sulle tematiche
in discussione, che consenta di migliorare gli orizzonti culturali
degli studenti; se così non fosse, sarebbe a suo avviso impossibile
ritirare la risoluzione presentata.
Domenico VOLPINI (MARGH-U) sarebbe a suo
avviso sufficiente scrivere libri comprensivi di orientamenti
diversi, senza dover includere per forza tutti gli orientamenti.
Fabio GARAGNANI (FI) ribadisce che si
procederà al ritiro della risoluzione qualora venisse accolta la
proposta di procedere allo svolgimento di una indagine conoscitiva
sulle tematiche contenute nella risoluzione stessa.
Carlo CARLI (DS-U) sottolinea che il
deputato Garagnani ha dichiarato di aver commesso un errore, poiché
la risoluzione va a ledere l'autonomia e la libertà di
insegnamento. Ricorda che nella storia dell'umanità, ogni volta che
un Parlamento si è occupato di libri di testo, è nata una
dittatura.
Sottolinea quindi il fatto che il Governo sia stato messo in
difficoltà dalla presentazione della risoluzione in titolo, visti i
problemi che nascerebbero dall'inserimento nei testi di storia di
tutti i filoni di pensiero esistenti. Richiama quindi i principi
antifascisti contenuti nella Costituzione italiana ed il ruolo del
partito comunista nella storia della Repubblica.
A titolo personale, giudica sbagliata la scelta della indagine
conoscitiva, che si dovrà concludere necessariamente con la
predisposizione di un documento conclusivo, e che non si differenzia
nei contenuti dallo strumento della risoluzione.
Ernesto MAGGI (AN) ritiene che nel passato
vi fosse una maggiore capacità di valutare più testi e quindi più
opinioni. Osserva che tale problema, che si pone nell'ambito della
scuola, evidenzia la pigrizia culturale esistente nella scelta dei
libri di testo e, di conseguenza, una certa incapacità di
interpretare i fatti storici.
Condivide l'opportunità di fare ricorso a quell'osservatorio sui
libri di testo esistente all'interno del Ministero dell'istruzione,
dell'università e della ricerca, che potrebbe fornire dati utili
alla Commissione anche rispetto al problema delle numerose
inesattezze esistenti nei manuali di storia.
Andrea COLASIO (MARGH-U), pur apprezzando il
dibattito in corso, sottolinea che l'Italia, a causa della guerra
civile che si è svolta nel periodo della seconda guerra mondiale,
non ha una storia condivisa.
Ritiene che il Parlamento non possa entrare nella scelta dei libri
di testo e che sia necessario individuare un giusto equilibrio tra
la pluralità di offerte formative.
Prende atto con interesse e sollievo politico della intenzione
manifestata dal deputato Garagnani di ritirare la risoluzione in
titolo e giudica tale scelta un atto di grande intelligenza
politica. Precisa che le forze di opposizione valuteranno le modalità
di intervento in tale ambito, nel rispetto della cultura della
comunità scientifica e del dettato costituzionale.
Guglielmo ROSITANI (AN), rivolgendosi al
deputato Carli, chiede quali siano le ragioni per le quali la storia
non dovrebbe affrontare, ad esempio, le questioni delle foibe e
delle uccisioni dei «partigiani bianchi» da parte dei comunisti.
Ritiene opportuno che da questo dibattito in Commissione emerga la
volontà di distinguere le responsabilità politiche di ognuno,
senza mistificazioni. Richiama quindi la responsabilità storica
della Democrazia cristiana per aver consentito al partito comunista
italiano di svolgere un ruolo egemonico nella storia degli ultimi
cinquanta anni.
Condivide l'opportunità di fare ricorso all'osservatorio esistente
all'interno del Ministero dell'istruzione, dell'università e della
ricerca, per affrontare i problemi relativi ai libri di testo.
Ritiene necessario pervenire alla predisposizione di un documento da
parte della VII Commissione che ribadisca i principi costituzionali
vigenti su tale materia e la necessità di un confronto tra i vari
filoni di pensiero, in modo da garantire la libertà delle scelte
politiche degli studenti.
Antonio PALMIERI (FI) ricorda,
preliminarmente, che nella precedente legislatura vennero
predisposti provvedimenti che incentravano in particolare
l'attenzione sulla storia contemporanea.
Esprime la propria preoccupazione rispetto al «destino culturale»
degli studenti di oggi, con riferimento alla loro capacità di
critica e di discernimento.
Ritiene, quindi, che la proposta avanzata dal deputato Garagnani
vada nella direzione di garantire la libertà di informazione e che
le opposizioni non debbano temere eventuali «esiti coercitivi»
della indagine conoscitiva, poiché attraverso tale strumento si
possono raggiungere dei risultati il più possibile condivisi. In
conclusione, ritiene che l'indagine conoscitiva potrebbe delineare,
nel pieno rispetto di tutte le opinioni, le caratteristiche dei
programmi di storia contemporanea, senza scadere nella cronaca.
Domenicantonio SPINA DIANA (FI), pur
condividendo il fatto che lo Stato non debba interferire in
determinate scelte, sottolinea l'esistenza di un problema di
faziosità in alcuni libri di testo.
Non ritiene condivisibile l'affermazione della marginalità della
storia; considera invece che un manuale di storia dovrebbe
rappresentare il perno attorno al quale gira l'apprendimento da
parte dei giovani.
Si chiede chi potrebbe obiettare se il ministro dell'istruzione,
dell'università e della ricerca predisponesse un documento di
indirizzo con il quale prevedere che i libri di storia debbano
includere tutti i filoni di pensiero esistenti.
Condivide l'opportunità di fare ricorso all'osservatorio sui libri
di testo esistente all'interno del Ministero dell'istruzione,
dell'università e della ricerca.
Ferdinando ADORNATO, presidente,
rivolgendosi al deputato Carli, dichiara di non condividere la sua
valutazione in merito al presunto errore commesso dal deputato
Garagnani, allorquando ha proposto un diverso strumento per
affrontare le tematiche in discussione. Ritiene corretto ascoltare
le motivazioni di tutti i deputati della Commissione su tali
tematiche e precisa che, dal punto di vista procedurale, lo
strumento dell'indagine conoscitiva non ha la stessa valenza della
risoluzione, che impegna il Governo in una determinata direzione. A
suo modo di vedere, l'indagine conoscitiva non è un'indagine
sanzionatoria. Dopo aver richiamato i contenuti dell'articolo 144
del regolamento relativo alla deliberazione di indagini conoscitive,
sottolinea che la VII Commissione può chiedere l'acquisizione di
informazioni, notizie e documenti utili all'attività della Camera.
Risulta a suo avviso evidente però che, se la discussione della
indagine conoscitiva nasce con la considerazione di conoscerne
l'esito, si snatura tale strumento.
A titolo personale, ritiene che il problema dell'insegnamento della
storia non sia limitato alla storia della resistenza e del fascismo,
poiché rileva l'esistenza di numerosi vuoti e carenze rispetto allo
studio di vari periodi e fatti storici. Si chiede, quindi, se la
certificazione dell'esistenza di tali vuoti, possa spettare ad un
ministro.
Ricorda, quindi, che, secondo il dettato costituzionale,
l'insegnamento dell'arte e della scienza è libero.
Ritiene, conclusivamente, opportuno che non venga trasferita nella
indagine conoscitiva una polemica politica.
Alba SASSO (DS-U) precisa che
nell'intervento svolto nella seduta precedente intendeva
sottolineare il fatto che la scuola di oggi è più «adulta» da
molti punti di vista. Precisa inoltre che, pur considerando
l'importanza della storia, essa non rappresenta comunque l'unica
disciplina formativa esistente nel mondo della scuola.
Fabio GARAGNANI (FI), nel richiamare i
contenuti delle numerose indagini conoscitive svolte dal Parlamento,
sottolinea il fatto che non è anomalo procedere ad una indagine
conoscitiva sull'uso dei libri di testo nelle scuole, ma che tale
procedura sarebbe particolarmente utile e significativa.
Sottolinea, inoltre, il fatto che in numerosi manuali di storia non
si fa alcun riferimento, ad esempio, alla interpretazione data da
Renzo De Felice sul periodo fascista.
In conclusione, ribadisce che, qualora venisse accolta la sua
proposta di procedere ad una indagine conoscitiva sulle tematiche
contenute nella risoluzione, ritirerebbe la stessa.
Ferdinando ADORNATO, presidente,
premesso che ogni decisione in ordine alla proposta di indagine
conoscitiva spetta all'ufficio di presidenza, integrato dai
rappresentanti dei gruppi, osserva che non ritiene comunque
opportuno prendere decisioni in merito fino a quando non verrà
chiarito l'esito della discussione sulla risoluzione in titolo.
Fabio GARAGNANI (FI) allo stato delle cose,
non ritiene opportuno ritirare la risoluzione in titolo. Ribadisce
quindi la necessità che sia prima assunta una decisione formale in
ordine alla proposta di indagine conoscitiva.
Ferdinando ADORNATO, presidente,
ribadisce che, non essendo stata ritirata la risoluzione in titolo,
la stessa verrà posta in votazione nella prossima seduta.
La seduta termina alle 17.05.