Storia, didattica, comunicazione

di Antonino Criscione


     La presenza di siti Web con contenuto storico è diventata sempre più consistente nel corso degli ultimi due anni, sia per il suo aspetto quantitativo sia per le dinamiche che hanno caratterizzato questo settore. In molti casi abbiamo assistito a sensibili trasformazioni e a sviluppi inediti che hanno interessato un insieme di siti connotati, in una prima fase, dal fatto di collocarsi in una nicchia del Web e cioè in un'area indirizzata a segmenti di utenza ben delimitata (studenti, insegnanti, curiosi) e con specifici obiettivi. Le dinamiche che hanno attraversato questa area sono state per certi aspetti diverse, a seconda dei punti di partenza e dei progetti originari che stavano, e per molti versi stanno ancora, alla base dei vari siti di argomento storico. Possiamo infatti distinguere, al loro interno, tra quelli di carattere più propriamente "amatoriale" e quelli di carattere "professionale" (Centri di ricerca, studiosi, Università, giornali). Questa distinzione, basata sul tipo di emittente e di progetto iniziale, è però insufficiente se non viene intrecciata con altri elementi caratterizzanti quali, ad esempio, i loro scopi: finalità in prevalenza divulgative; interessi per il collezionismo di tipo storico; l'obiettivo di fornire strumenti di lavoro e documenti per la ricerca storica o per la didattica della storia. Nella grande arena mediatica del Web non tutti i siti hanno retto a lungo se non hanno dimostrato capacità di tenere legata a sè una quota consistente del "popolo di Internet" o della moltitudine di naviganti, e per fare questo non sono bastati , e non bastano, il costante aggiornamento e l'attenta manutenzione. In vari casi si è reso necessario un progressivo cambiamento e miglioramento di stili, temi, obiettivi, modi di stare sul Web.

    Il sito <http://www.lastoria.org> rappresenta un esempio di quanto detto finora: nato come iniziativa strettamente legata alla didattica universitaria per iniziativa del prof. Roberto Moro (Storia delle Dottrine Politiche, Facoltà di Scienze Politiche, Università Statale di Milano), si è nel corso degli ultimi due anni evoluto, sviluppando e approfondendo alcuni suoi caratteri iniziali e nello stesso tempo aprendo nuovi fronti di interesse. Da una parte il sito si qualifica infatti per l’ampia gamma di testi sul pensiero politico messi a disposizione dell'utente e per il collegamento con la didattica universitaria (programmi, lezioni, etc.), dall'altra esso ha individuato e sviluppato altri filoni di documentazione e di interesse riguardanti, ad esempio, la ricerca iconografica e la storia dell'Arte su Internet o l'approfondimento di avvenimenti e documenti della Rivoluzione Francese. Quest'ultima sezione allude a un'idea di rapporto tra i nuovi media e il sapere storico che è stata più volte proposta e discussa, e cioè al progetto di un testo storico "potenziato" dal rapporto con informatica e telematica, che coniughi cioè l'ambizione di stabilire nessi diretti tra tutto il materiale relativo ad uno specifico oggetto storiografico esistente in rete con l'elaborazione di strumenti di sussidio integrati nel testo nonché di moduli di tipo saggistico che propongano specifici punti di vista, interpretazioni, momenti di dibattito. Esistono già sul Web, soprattutto in ambito anglosassone, esperienze come Medieval English Towns o Ecole o il Victorian Web, che vanno in questa direzione e possono essere considerate una prospettiva interessante di lavoro in un ambito di ricerca e sperimentazione aperto a nuovi sviluppi quale è quello della collocazione del discorso storico in Internet e del rapporto tra storia e nuove tecnologie.

    Lo spazio logico che sta alla base del sito e ne costituisce la struttura connettiva procede per ambienti paralleli ed è modellato sulla classica struttura ad albero. Questa scelta, corrispondente alla struttura tripartita che viene indicata dallo stesso titolo "Storia, didattica, comunicazione", consente di gestire con un certo margine di flessibilità l’incremento dei contenuti e della loro complessità attraverso una progressiva loro categorizzazione all’interno dello schema originario. Lo spazio visibile è articolato secondo una sintassi interna alla singola "pagina" abbastanza contenuta, che ne privilegia gli elementi di coesione; lo stesso si può dire per la sintassi esterna, e cioè per quanto riguarda la connettività esterna e il livello di ipertestualità presente nel sito. La metafora che viene evocata, e in alcuni casi esplicitamente richiamata, è quella della biblioteca e la lettura è il comportamento, il "fare epistemico" che l’utente viene invitato ad assumere.

    Il titolo del sito "Storia, didattica, comunicazione" ne identifica temi e obiettivi enunciando nello stesso tempo un problema, che è quello del rapporto tra i tre termini e concetti indicati. Se è vero infatti che questo nesso è per molti aspetti costitutivo di un sapere che, come quello storico, nasce e si costituisce in funzione di una sua comunicabilità e di una sua specifica funzione di insegnamento, non si può trascurare il fatto che per molti motivi tale rapporto non è più né scontato né pacifico: "…oggi si presenta nella sua forma più dispiegata un paradosso le cui origini sono più lontane. Il paradosso consiste nel fatto che convivono nel presente due fenomeni all’apparenza contraddittori: un accentuato e diffuso sradicamento dal passato da un lato; e un’ipertrofia dei riferimenti storici nel discorso pubblico dall’altro." [Nicola Gallerano, Storia e uso pubblico della storia, in N. Gallerano (a cura di), L’uso pubblico della storia, Milano, F. Angeli, p. 25]. Né si può trascurare l’osservazione che attorno ad ognuno dei tre termini del titolo di questo sito si addensano problemi e si articolano significati non sempre univoci. Così è per la storia, disciplina e tipo di discorso attraversati da molteplici tensioni e messi in discussione a volte in modo radicale, come per la didattica e la comunicazione, che stanno vivendo una fase di intensa trasformazione sia nei loro presupposti di fondo sia nei loro aspetti più immediatamente operativi.