Caro
Augias, i programmi scolastici, come avete dimostrato in modo
eccellente con la tentata cancellazione di Darwin, sono documenti
importanti per capire l'Italia di oggi. La storia lo è anche di più.
Lo studio della storia significa ricerca libera della verità; per
questo la storia, come diceva Péguy, "è il prodotto più
pericoloso che la chimica dell'intelletto abbia elaborato". Oggi
la storia fa paura, alla destra e alla sinistra. Dopo decenni di
ideologie che hanno nascosto la realtà a un paese carico di una
disperata energia quale oggi solo la Cina forse possiede, e ci hanno
illuso di essere innocenti e perfino vincitori innocenti di un regime
nazionalista e razzista che abbiamo inventato, vincitori di una guerra
che abbiamo scatenato e perduto oggi siamo alla resa dei conti: il
sistema Italia lungi dal produrre ricchezza scricchiola da ogni lato e
ciascuno, individuo o corporazione, tenta di scavarsi un rifugio per
affrontare un futuro che fa paura. Così l'insegnamento della storia
viene sì mantenuto ma lo si trasforma in una svirilizzata favola
edificante, cucita intorno all'Europa cristiana, unita e solidale
nella stessa identità, senza le crociate, senza l'Inquisizione, senza
Lutero e le guerre di religione, senza la caccia agli ebrei e alle
streghe, senza la rivoluzione industriale, in una parola senza
conflitti né oppressioni, di razza, di classe, di genere, con tanta
apertura all'incontro con l'"altro" (una volta si diceva
colonialismo). Sembra che l'invito alla "purificazione della
memoria" di cui la Chiesa cattolica ha parlato al tempo del
Grande Giubileo del 2000 qui si sia tradotto in una cancellazione
dalla memoria. Gli insegnanti sono avvertiti: è questo che una società
chiusa e terrorizzata dal futuro chiede loro. Non protesteremo se
prenderanno l'invito sul serio. Che altro possono fare? Sanno gli
italiani che cosa sono gli insegnanti, dove vivono e lavorano, quali i
loro mezzi e la loro dignità professionale?
Adriano Prosperi
a.prosperi@sns.it
F
accio mio lo sfogo appassionato del professor Prosperi, storico
insigne. Lo studio della storia, così come la riforma Moratti lo ha
ridisegnato nei programmi della scuola media, istituisce un modellino
esangue che tace su troppi aspetti del passato, mentre altri
furbescamente accomuna. La conoscenza del mondo greco-romano al quale
dobbiamo gran parte della nostra civiltà, viene limitata in modo
intollerabile e riservata in pratica solo agli allievi dei licei.
Abolita la rivoluzione sovietica che andrebbe studiata comunque, anche
da parte di chi la considera un fallimento o un errore; tutti i
'totalitarismi' novecenteschi sono gettati in un solo mucchio
indistinto, s'ignora il colonialismo così come le guerre di religione
che nel Cinquecento insanguinarono l'Europa, si limita il valore della
Resistenza al nazifascismo, compresa quella italiana; in poche parole
si applicano gli aspetti più discutibili di quel
"revisionismo" che da molte parti si sta tentando d'imporre.
Quando si è tentato di amputare la scuola di un insegnamento
fondamentale come la teoria evoluzionistica, la comunità scientifica
ha reagito e i risultati sono venuti. Questa storia sfigurata ha fatto
finora meno scandalo. Forse perché gli storici sono ancora più
scoraggiati degli scienziati.
Corrado Augias
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