Conoscenza e memoria della Resistenza
fra gli studenti lombardi

I giovani studenti lombardi sono abbastanza informati sulla storia della II guerra mondiale, hanno una conoscenza piuttosto diffusa di alcuni eventi cruciali e hanno una buona immagine della Resistenza, ma le informazioni in loro possesso risultano superficiali e spesso improntate a stereotipi.

Questi in sintesi i risultati del "Sondaggio sulla Resistenza e sulla memoria storica che ne hanno i giovani studenti lombardi", condotto nel gennaio 2001 su un campione di 1254 studenti del triennio appartenenti a 17 Istituti, ripartiti secondo un criterio rispecchiante la composizione dell'intera popolazione scolastica delle superiori lombarde (29.6 % Licei, 20.0 % Istituti Professionali, 40.4 Istituti Tecnici, 10.0 Istituti Magistrali).

Il sondaggio, promosso dalla presidenza dell'ANPI milanese, è stato realizzato dall'Istituto CIRM-Market Research con la consulenza storica dell'ISMEC per la elaborazione del questionario somministrato agli studenti dei seguenti Istituti:

1 Liceo Classico A. Manzoni (Milano)

2 Liceo Scientifico P. Bottoni (Milano)

3 Istituto Professionale P. Frisi (Milano)

4 Istituto Tecnico P. Custodi (Milano)

5 Istituto Magistrale C. Tenca (Milano)

6 Istituto Magistrale P. Secco Suardo (Bergamo)

7 Istituto Tecnico V. Emanuele (Bergamo)

8 Istituto Tecnico M. Polo (Brescia)

9 Istituto Professionale M. Fortuny (Brescia)

10 Istituto Tecnico C. Plinio Secondo (Como)

11 Istituto Professionale L. Einaudi (Cremona)

12 Istituto Tecnico D. Alighieri (Lecco)

13 Istituto Tecnico Pitentino (Mantova)

14 Liceo Scientifico N. Copernico (Pavia)

15 Istituto Tecnico Parravicini (Sondrio)

16 Liceo Scientifico G. Ferraris (Varese)

17 Istituto Tecnico Nervi (Varese)



LA RICERCA IN SINTESI


In che misura i giovani si sentono informati

Il 52,7% degli intervistati si ritiene informato sulla storia della II guerra mondiale (molto + abbastanza), e il 51% ha sentito parlare della Repubblica sociale italiana, mentre per la storia della Resistenza la percentuale di chi si dichiara molto o abbastanza informato scende al 22,6% (con una punta massima del 34% tra i maschi e minima del 16% tra le femmine), senza una sostanziale differenza nel corso del triennio.

Da chi sono stati informati

La scuola risulta essere la principale fonte di informazione (69,9%) sul regime fascista, sull'occupazione nazista e sulla Resistenza, seguita dai libri (37,5), dalle famiglie (35,8) e dalla televisione (26,2).
Tenendo presente però che solo il 22,6% si dichiara informato sulla storia della Resistenza ne consegue che la scuola informa sulla storia della II guerra mondiale e del fascismo ma poco sulla Resistenza.


Le conoscenze

Alcune informazioni di base sulla II guerra mondiale e su eventi come l'entrata in guerra dell'Italia, le responsabilità di Mussolini, l'armistizio dell'8 settembre 1943, la Repubblica di Salò, ecc., sono piuttosto diffuse ma lo spessore delle conoscenze risulta superficiale e stereotipato, come emerge, ad esempio, nel caso delle responsabilità per l'entrata in guerra dell'Italia, attribuite quasi esclusivamente a Mussolini (89,7%), lasciando però in ombra quelle di monarchia, alte gerarchie militari e poteri economici.
Allo stesso modo - ancora a titolo d'esempio - l'interpretazione della Resistenza in chiave esclusiva di liberazione nazionale (74%) rivela uno scarso aggiornamento sul dibattito storiografico degli ultimi quindici anni, mentre la scarsa conoscenza di un diverso orientamento politico all'interno del fronte resistenziale rimanda ad una divulgazione appiattita delle problematiche dell'universo partigiano.


I giudizi

Oltre il 60% degli intervistati associa la Resistenza a una sostanziale positività (coraggio, libertà, antirazzismo, patriottismo, lotta per gli ideali), mentre le associazioni negative (sofferenza/dolore, guerra civile, paura/terrore, morte) sono decisamente contenute.


La memoria familiare

Capolvolgendo quasi il rapporto numerico degli appartenenti ai due schieramenti, il ricordo di parenti partigiani (39,1%) si è trasmesso e rimane molto più accentuato che non quello di parenti che hanno militato nelle formazioni della Rsi (9,1).
Meno accentuato, ma sempre sensibile, il divario tra quanti hanno memoria di parenti che hanno subìto violenze ad opera dei fascisti (29,7%), e quanti invece ricordano parenti che le hanno subìte ad opera dei partigiani (6,7).
Risultati che, nell'insieme, lasciano supporre che la prossima generazione perderà del tutto il contatto con questa memoria storica viva.

L'interesse ad essere informati

Non è vero che la storia della II guerra mondiale, del fascismo e della Resistenza non sollevi l'interesse dei giovani. Il 79.2% si dichiara "molto" o "abbastanza interessato" a ricevere maggiori nel merito attraverso conferenze, assemblee e dibattiti in orario scolastico, a fronte del 18,3% che si dichiara poco o per nulla interessato, e al 1,5 che non sa rispondere.

Credibilità degli interlocutori

Nella trattazione dei temi indicati gli studenti privilegiano a larga maggioranza i portatori di una conoscenza diretta degli avvenimenti (il 71,7% privilegia i protagonisti) e gli storici (66,8), mentre l'indice di gradimento degli insegnanti è del 25,8 e quello dei giornalisti del 14,6.

I risultati della ricerca
[dal sito dell'Istituto milanese per la storia dell'età contemporanea, della Resistenza e del movimento operaio: http://www.provincia.milano.it/associazioni/ismec/ita(memoria/]