Memoria pubblica, condivisa, formalizzata, memoria privata, autobiografica, memorie
diverse, memorie divise, memorie e oblio, voci, silenzi, rimozioni, miti: questi piani
interferiscono e si intrecciano, tuttavia proprio l'esame delle fonti ci consente di
mettere qualche punto fermo, di districare qualche filo conduttore. Conoscere i
meccanismi, i codici, i linguaggi della memoria privata e pubblica, individuale e
collettiva, può dare orientamenti e strumenti di consapevolezza, in una navigazione a
tratti tempestosa, ma che rimane necessario intraprendere.
Il versante dell'uso pubblico della storia e della memoria si lega con
quello della autobiografia e della soggettività individuale;
proprio su questo crinale alquanto impervio possiamo disporre di elaborazioni, di
strumenti, di esperienze delle quali tener conto ( vorrei ricordare almeno l'apporto della
riflessione di Nicola Gallerano, ripresa e sviluppata in sede didattica in varie
occasioni, tra le quali si colloca il corso residenziale Storiografia, testimonianze,
memoria delle generazioni, svoltosi a Cuneo nel marzo 1999, e richiamare l'attenzione
sulle pubblicazioni dell'Istituto romano presentate nel dossier Donne e uomini nelle
guerre del Novecento in Italia (7)).
Il tema della guerra nell'età contemporanea è altrettanto ineludibile.
Nelle rilevanze del Novecento, comunque le si voglia evidenziare nella riflessione che
passa dalla ricerca storica alla ricerca didattica, troviamo in primo piano le guerre
mondiali, e la guerra, con i suoi inquietanti connotati rimane punto dolente e nodale
della contemporaneità. La coniugazione di guerra e memoria appare dunque
centrale per insegnare la storia del Novecento.
Questi, in sintesi i motivi, per cui non procederò a una ordinata esposizione per
tipologia delle fonti di memoria della guerra , alla luce della loro rilevanza didattica,
ma tenterò piuttosto di indicare alcuni filoni di indagine, alcuni problemi,
alcuni percorsi, alla luce dei quali collocare il possibile uso didattico delle
fonti, in modo per forza di cose schematico, rinviando al ricchissimo materiale del
dossier per ogni possibile esemplificazione. Per quanto riguarda gli ambiti tematici della
Resistenza e soprattutto della Shoah, che mi limito per forza di cose a sfiorare soltanto
in questa sede, occorre fare riferimento, sempre rimanendo nel campo dell'attività
didattica degli Istituti, ad altri repertori, come Leggi razziali, deportazione,
razzismi presentato in questa stessa sede lo scorso anno e ai censimenti curati da
Luciana Ziruolo e Graziella Gaballo (8).
Il dossier che è stato distribuito non rappresenta l'intero corpo della produzione degli
Istituti, piuttosto un'ampia campionatura; questo repertorio, del resto, non va
considerato come un'autorappresentazione del lavoro degli Istituti della rete, piuttosto
come uno strumento da consultare, una guida a un vasto giacimento di fonti, materiali,
documenti, esperienze, interpretazioni critiche a cui attingere.
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Note
7. N. Gallerano, Storia e uso pubblico della storia, in N.
Gallerano ( a cura di ), L'uso pubblico della storia, Milano, Angeli, 1995,
pp.17-32. Gli atti del corso di aggiornamento residenziale del Ministero della pubblica
istruzione e Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione, che si è
svolto a Cuneo nei giorni 8 - 12 marzo 1999, Storiografia, testimonianze , memoria
delle generazioni, saranno pubblicati nella collana Quaderni e Atti del Ministero
della pubblica istruzione. torna su
8. Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in
Italia. Istituti associati. Ministero della pubblica istruzione. Presidenza della Camera
dei deputati, Leggi razziali, deportazioni, razzismi. Convegni, seminari, corsi di
aggiornamento, mostre, ricerche, pubblicazioni, letteratura grigia prodotti dagli Istituti
della Resistenza e dell'età contemporanea, dicembre 1998; L. Ziruolo, Seconda
guerra mondiale, resistenza, costituzione. Censimento dei materiali didattici prodotti
dagli Istituti storici, "Quaderni di storia contemporanea", n.19, 1996, pp.
135-141; G. Gaballo, Il Novecento e la didattica, ibidem, n.20, 1996, pp. 123-133. torna su