Le cifre dell'esodo: Il 23 maggio '99 l'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati
ha diffuso la cifra di 930.811
di kosovari espulsi. 747.800 persone sono nei paesi confinanti, 437.000
rifugiati in Albania, 225.300 in Macedonia, 3000 in Italia. 59.011
sono stati evacuati in altri paesi (Europa, Usa, Australia, Canada). Circa 170.000
kosovari erano fuggiti all'estero prima dei bombardamenti.
L'esodo ha assunto le attuali tragiche dimensioni con l'inizio dei raid Nato.
All'inizio della guerra il governo italiano lancia la Missione Arcobaleno per
portare aiuti ai profughi e, a due mesi dall'inizio, apre uffici in Albania per l'espatrio
legale dei kosovari in Italia.
A fine maggio sono ospitati a Comiso 5000 profughi.
Previsioni: A guerra finita occorreranno due anni perché possa essere effettuato
il rientro dei profughi, come dimostra l'esperienza della Bosnia. Pulizia etnica: 1989 il governo federale jugoslavo
toglie autonomia al Kosovo: l'amministrazione, la
magistratura, le scuole superiori e l'università sono diventate esclusivamente serbe.
Circa 3-4000 kosovari emigrano soprattutto in Svizzera e Germania. Non sono ancora
profughi, anche se il loro allontanamento dal paese è in larga parte causato dalle
restrizioni.
Estate '98: breve guerra tra UCK e truppe jugoslave. I serbi
attaccano villaggi e fanno repressioni nei confronti della popolazione, per limitare la
solidarietà dei civili con l'UCK e sconfiggere le formazioni della guerriglia. Parte
della popolazione abbandona le case e si rifugia nei boschi: il popolo dei boschi
(circa 50.000).
Anche l'UCK caccia dai territori "liberati" i civili serbi.
Bilancio della guerra: circa 600 morti (80% albanesi), circa 250.000 sfollati
(90% albanesi), la maggior parte trova accoglienza presso parenti in Kosovo, o in Serbia. 60.000 di
etnia albanese si rifugiano in Albania, Montenegro, Macedonia.
Marzo '99: inizio della guerra aerea Nato i serbi mettono in atto le tecniche
della pulizia etnica, espellendo dalle loro case gli albanesi, terrorizzandoli con
uccisioni e violenze, costringendoli a raggiungere i confini. Il 23 maggio arrivano, al
posto di frontiera di Morini, vicino a Kukes, 4800 reduci dalle carceri e dai campi
di concentramento serbi. Si tratta di uomini dai 16 ai 68 anni arrestati con l'accusa di
essere terroristi o sostenitori dell'UCK. Si stanno raccogliendo la documentazione sulle
fosse comuni, segni degli eccidi serbi nel territorio del Kosovo, e le testimonianze delle
vittime di violenze.
A metà maggio inizia l'allontanamento dei profughi dal campo di Kukes, ormai in zona di
guerra.
Il Tribunale Penale Internazionale ha dichiarato il 27 maggio
'99 Milosevic criminale di guerra e ne ha richiesto l'arresto.
Subito dopo la tregua, circa 135.000 profughi
tentano di rientrare spontaneamente nei loro paesi, creando molte difficoltà alle forze
internazionali e correndo molti rischi con lattraversamento dei terreni minati.
Il 22 giugno lOnu e lAlto Commissariato
delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) rendono noto un piano di rientro per
700.000 rifugiati kosovari dai campi profughi. Il piano prevede ponti aerei e
convogli ferroviari, colonne di pullman, camion e trattori. Sulle strade dellesodo
saranno previste aree di sosta strettamente controllate dai militari della Nato per
evitare saccheggi e ruberie.
Subito dopo la cessazione dei bombardamenti anche i serbi sono diventati profughi, allontanandosi
rapidamente dal Kosovo per evitare saccheggi e violenze da parte dellUCK.
Gli scontri sono intensi e violenti.
Categoria nuova di umanità, creata
dalla violenza: I profughi possono essere definiti più propriamente in sede
antropologica, anziché rifugiati o deportati, dislocati.
I dislocati fuggono a causa della guerra o della carestia (fenomeni prodotti
dall'uomo). I dislocati hanno esperienza di un collasso percettivo e un
deterioramento delle capacità di discernimento della realtà fino all'apatia. (Salza,
1999).
L'Identità
etnica è la percezione che un gruppo ha di sé e prende forma in relazione agli
altri (Epstein, 1978), cioè è una definizione culturale e storica. Il termine identità
di un gruppo fa ricorso alle somiglianze tra individui per formare gruppi
riconducibili a una supposta origine comune. L'identità etnica cambia a seconda delle
situazioni e contiene, nella sua definizione, anche il concetto di pulizia etnica.
(immagini trratte da "La
Stampa",14 - 4 - 1999).
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