RESOCONTO DEL SECONDO SEMINARIO
La prof. Anna Sgherri, presidente del Comitato paritetico
Ministero P.I. - Insmli e la prof. Laurana Lajolo, presidente Insmli, hanno
introdotto i lavori del seminario, ricordando gli esiti del primo seminario e il valore
formativo e propositivo della ricerca in corso. Hanno quindi sottolineato il ruolo di
progettazione del gruppo della ricerca, in particolare, per la verifica e la messa a punto
del testo dellintervista (elaborato dalla sociologa Carmen Leccardi). Dopo le
interviste effettuate nel gruppo, si propone che i docenti somministrino ad altri
venti-trenta docenti, individuati secondo criteri indicati dalla prof. Leccardi, così da
giungere alla cinquantina di interviste. Dalla lettura e interpretazione del nucleo delle
interviste verrà elaborato un questionario di tipo quantitativo da sottoporre a un
campione significativo dei tutor di storia nel prossimo autunno.
La prof. Carmen Leccardi, dellUniversità Bicocca
di Milano, ha quindi illustrato la ricerca svolta dal prof. Schizzerotto per lo IARD sul
profilo sociale degli insegnanti. La ricerca, coordinata dal prof. Alessandro Cavalli, è
di prossima uscita per le edizioni de Il Mulino. La relazione ha sottolineato alcuni temi
emersi dalla ricerca : la crisi della centralità dellinsegnante e la caduta di
considerazione sociale. La scolarizzazione di massa ha comportato infatti una
ridefinizione del ruolo di élite degli insegnanti e ha modificato la caratterizzazione
della loro identità sociale. La connotazione che gli stessi docenti danno dei loro
percorsi di carriera sono la forte burocratizzazione della scuola, la scarsa retribuzione,
la mancata valutazione della professionalità. I dati più rilevanti sono quelli
dellaumento ulteriore della femminilizzazione rispetto al 90, la crescita di
numero di docenti in età matura (letà media è 47 anni), la mutata composizione
sociale per provenienza familiare (maggiore provenienza dalle classi popolari che dalla
borghesia rispetto al passato). Leccardi ha quindi fornito i dati sulla composizione di
genere, di età, di collocazione sociale della famiglia degli intervistati. Le rilevazioni
sulla carriera lavorativa danno come risultato che la scelta professionale è precoce e
duratura nel tempo. Leccardi ha concluso con alcune domande, legate ai temi della ricerca
in corso : - come incide la perdita di prestigio nella costruzione di memoria
individuale ? - come si è modificata lautopercezione nel trascorrere del
tempo ? - la trasformazione della memoria è avvenuta in concomitanza con le
trasformazioni strutturali, individuate tra il 90 e il 99 ? - quanto incide
lautoreferenzialità alluniverso chiuso della scuola, come luogo prima di
studio e poi di lavoro, da cui linsegnante non è mai uscito ?
La prof. Giuliana Bertacchi, presidente
dellIstituto di Bergamo, esperta di fonti orali, ha dato alcune "istruzioni per
luso" delle fonti orali e, in particolare, delle interviste, sottolineando il
rapporto intersoggettivo ad esse connesso e le complesse dinamiche della memoria. Lavorare
con le fonti orali vuol dire esplicitare i criteri, non generalizzare i risultati,
percepire la complessità e le differenze soggettive e contestualizzare storicamente i
materiali emersi.
La seconda giornata del seminario è stata dedicata alle
interviste con unintroduzione di Carmen Leccardi sulla griglia
dellintervista e sulla metodologia sociologica di raccolta dellintervista
stessa. Nel pomeriggio i docenti si sono reciprocamente intervistati.
Raccolte le venti interviste dei docenti presenti, il gruppo di
lavoro ha indicato il piano delle ulteriori interviste da raccogliere, secondo i seguenti
criteri :
a) il gruppo di interviste dei docenti del gruppo di lavoro,
raccolte durante il seminario ;
b) i singoli docenti del gruppo si sono suddivise le interviste
ai propri colleghi secondo le seguenti tipologie : 11 docenti maschi e 10 docenti
femmine di scuola superiore, 3 maschi e 8 femmine di scuole medie, 2 maschi e 6 femmine di
scuole elementari ; complessivamente 16 docenti maschi e 24 docenti femmine, tenendo
conto dei criteri di genere e di ordine di scuola. La fascia generazionale che sarà presa
in considerazione sarà compresa in quella centrale (40/50 anni) ;
c) 10 interviste saranno raccolte dal gruppo
INSMLI-LANDIS, scegliendo alcuni esponenti esemplari dello stato della scuola attuale.
La terza giornata è stata dedicata alle lezioni storiche e alla
presentazione di alcuni percorsi didattici.
Lo storico Guido Crainz ha individuato le connotazioni
sociali, culturali ed economiche degli anni 50-60, sottolineando soprattutto gli
aspetti del consumismo legato al boom economico e il ruolo dei giovani come nuovo soggetto
sociale, politico e di produzione culturale (basti pensare alla musica dei cantautori).
Gli anni 50 definiscono la fine del dopoguerra, producendo una grande ricchezza di
dibattito culturale (si pensi allo scontro ideologico sulla censura cinematografica e sul
controllo democristiano della TV di Stato). I nuovi fermenti culturali (dallavvento
della Tv allaumento di pubblico cinematografico allo sviluppo delleditoria)
sono lantecedente del 68. I media, soprattutto riguardo alla guerra del
Vietnam, pur mantenendo in larga parte le caratteristiche dellorganizzazione di
consenso a favore della classe politica al governo, fanno circolare anche il dissenso.
Negli anni 60 fino alla metà degli anni 70 lo spostamento elettorale dei
giovani a sinistra rappresenta uninversione di tendenza politica nel paese, ma di
fatto si indebolisce legemonia del partito comunista e alla fine degli anni 60
e , in particolare, con la strage di piazza Fontana si nota uno spostamento del clima
complessivo del paese.
Lo storico Silvio Lanaro ha sostenuto la tesi che nel
dopoguerra repubblicano i partiti sono stati i protagonisti della vita istituzionale. Il
ruolo dei partiti, individuato nel Comitati di liberazione nazionale, è potenziato, dopo
luscita della sinistra dal governo (1947) e le elezioni del 48, dalla guerra
fredda, poiché sia la DC al potere che i partiti di opposizione avevano interesse alla
stabilità del Paese. Lo storico ha quindi delineato il ruolo dei singoli partiti :
la Democrazia cristiana definito partito cattolico, collaterale alle associazioni
ecclesiastiche, con forte accentuazione della posizione anticomunista e reazionaria fino
alle aperture del centro-sinistra. Quella esperienza di governo di alleanza tra cattolici
e socialisti, nonostante linteressante dibattito di preparazione, non è riuscita
compiutamente a raggiungere lobiettivo riformistico di modernizzare il sistema
politico italiano. Il Partito comunista, nato da una scissione settaria, si organizza come
grande partito di massa, operando la saldatura tra lantifascismo e la resistenza e
ottenendo un forte insediamento sociale, attraverso la reinterpretazione del ruolo
riformista. La nascita del P.S.I.U.P afferma, nella sinistra, una linea massimalista,
senza un effettiva prassi politica e si giunge allinizio degli anni sessanta alla
frantumazione delluniverso culturale della sinistra con la nascita del filone
operaista, che considera nuovo soggetto sociale e politico il nuovo operaio di massa,
proveniente dal Sud attraverso le imponenti migrazioni interne. Con il luglio 60 e
le manifestazioni contro il governo Tambroni, lantifascismo assume la connotazione
di superideologia legittimante la Repubblica, mentre, nel corso degli anni sessanta si
strutturano nuove forme di neofascismo come "Ordine nuovo", che si differenziano
marcatamente anche dal M.S.I., assumendo i comunisti come nemici totali. A sinistra nasce
lantifascismo militante di "Lotta continua", che si propone la vigilanza
rivoluzionaria contro il fascismo e lo stragismo di destra. Ultimo elemento preso in esame
è la disarticolazione ideologica allinterno della D.C., che si sviluppa a partire
dagli anni 70, con una distinzione tra cattolici di sinistra, interpreti di
esperienze comunitarie di base e del terzomondismo, e i dorotei, che articolano il loro
potere sullo scambio tra risorse pubbliche e organizzazione del consenso.
Lo storico Alberto de Bernardi ha trattato i temi
dellindustrializzazione e della modernizzazione. LItalia degli anni 50
ha una presenza industriale forte al Nord, che continua le modalità di espansione
dellItalia degli anni 30, ma non esprime ancora una società industriale, che
si afferma, invece, con lo sviluppo del consumismo di massa. La produzione, prima
orientata allesportazione, è ora destinata anche al mercato interno. Si verifica
così unaccelerazione della trasformazione sociale, con il superamento della arcaica
società rurale, lemigrazione in città e il lavoro nelle grandi fabbriche del
triangolo industriale. Lagricoltura diventa un segmento della società industriale e
urbana, mentre si instaurano nuovi tempi di vita e di lavoro e si delinea la nuova
dimensione sociale del cittadino consumatore.
I lavori del pomeriggio hanno visto la presentazione dei
materiali didattici relativi a tre esperienze della rete degli Istituti.
Giovanni Codovini - ISUC Perugia - ha parlato de La valigia
dellemigrante (facendo riferimento al testo omonimo di Dino Renato Nardelli,
Isuc, Editoriale Umbra, 1994): al cuore di questa ipotesi di lavoro sta la
"valigia", evocata come possibilità di scoperta e viaggio, ma
considerata anche come oggetto, e quindi come contenitore materiale di notizie,
dati, documenti, memorie. Attorno ad essa si snoda un itinerario didattico sulla storia
dellemigrazione italiana che, non tralasciando il rigore storico-filologico, insiste
sulla dimensione immaginaria, colta a pretesto e utilizzata come esca fecondissima nella
relazione cognitiva che necessariamente coinvolge gli studenti.
Elda Guerra - LA.N.DI.S. Bologna - ha presentato il video La
signora senza camelie. Voci dagli anni cinquanta (regia, F. Conversano e N.
Grignaffini; a cura di G. Grignaffini e R. Lamberti; Movie Movie, Bologna 1988). Il
linguaggio delle immagini - e in particolare la tecnica del montaggio - qui tentano di
approfondire il nesso storia/memoria e il nodo costituito dal ruolo del testimone e dal
rapporto tra la memoria autobiografica e i contesti storici evocati: i processi di
modernizzazione degli anni 50 visti attraverso la prospettiva delle storie di vita
di quattro donne provenienti da differenti background sociali e culturali. Al centro di
tutto sta lintreccio tra le voci narranti e altre tipologie di fonti, volte a
costruire il fondale lungo il quale si articola il racconto. Le fonti della soggettività
vengono così poste a confronto con i dati strutturali, nonché con le rappresentazioni
sociali e di genere proprie del periodo. Traiettorie biografiche e dati statistici
relativi alle trasformazioni demografiche e dei consumi, modelli del "femminile"
proposti dal cinema, inchieste documentarie e cronache giornalistiche costituiscono un
suggestivo "repertorio" dal quale partire per unoperazione di conoscenza.
Fausto Ciuffi - Istituto Storico di Modena - ha presentato i
risultati di una ricerca didattica condotta da un gruppo di insegnanti di scuola
superiore. Scopo del lavoro è stato quello di intrecciare, nella riflessione e nello
studio della grande trasformazione italiana del secondo dopoguerra, fonti filmiche e
letterarie. Attraverso la costruzione di una articolata antologia tematica (fatta di
immagini e di parole) si sono rintracciati i "luoghi" fondamentali degli anni
del boom: luoghi fisici (come la città e la fabbrica) e luoghi legati alle
trasformazioni sociali e culturali (la vita materiale e la mentalità). Parole e immagini
proposte, selezionate e decontestualizzate dai loro testi originari, formano
"altri" testi, utili alla didattica e riferiti fortemente a contesti
specifici, nella definizione dei quali giocano un ruolo fondamentale i risultati della
migliore storiografia sullItalia repubblicana.
La scadenza di consegna delle interviste è stato fissato per
fine maggio 2000. Le sbobinature delle interviste saranno fatte a cura del LANDIS.
A conclusione del seminario il gruppo di lavoro ha espresso la
propria convinta adesione allimpostazione e alla metodologia di conduzione della
ricerca e si è dichiarato ampiamente partecipe e coinvolto nelle diverse fasi di
attuazione.
Inizialmente il gruppo è stato composto secondo aree
territoriali e precedenti competenze acquisite, ma i componenti non avevano mai lavorato
insieme. Già nel primo seminario i docenti avevano stabilito modalità di lavoro comune e
avevano partecipato attivamente alla definizione del progetto. Nel secondo seminario
si è notevolmente qualificato il livello di coesione interna del gruppo e di sviluppo
della ricerca. In tale contesto la discussione della griglia di intervista e la raccolta
reciproca delle interviste dei partecipanti sono state occasioni per una proficua
discussione-riflessione sulla propria autobiografia intellettuale e professionale e sulla
attuale funzione docente in una scuola da riformare.
I docenti hanno apprezzato gli approfondimenti contenutistici
offerti dalle lezioni degli storici, nonché i percorsi didattici e le indicazioni
metodologiche offerte dalle presentazioni di lavori degli Istituti.
(nota a cura di L.Lajolo, giugno 2000)


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