Il 10 giugno, contemporaneamente all'approvazione della risoluzione dell'Onu, i Ministri degli Esteri dei paesi
del G8 hanno varato il Patto di stabilità
per l'Europa sudorientale. Sono coinvotli nel progetto 27 paesi ( i 15 dell'Unione
europea, Russia, Stati Uniti, Canada, Turchia, Ungheria e 7 paesi balcanici. Si intende
attuare strategie preventive con l'ipotesi di una futura associazione dei paesi
della regione, compresa la Repubblica Jugoslava, all'Unione europea. Vi sarà l'invio di forza
civile di polizia del G8 nel Kosovo per aiutare le truppe internazionali a mantenere
l'ordine.
Il primo passo sarà la ricostruzione: subito il sostegno finanziario sarà
destinato all'Albania, Bosnia, Macedonia, Croazia, Slovenia, Bulgaria, Romania e
Montenegro. Soltanto in un secondo tempo si penserà alla Serbia.
Il 22 giugno i capi di governo del G8 si allineano alle posizioni di Clinton, concordando che l'intervento occidentale
nella ricostruzione della Serbia sarà condizionato dall'evoluzione democratica di quel
paese, cioè dall'uscita di scena di Milosevic.
Il Presidente dell'Onu, Kofi Annan, esprime il suo
dissenso e chiede aiuti per la popolazione serba.
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