LA FORZA INTERNAZIONALE DI PACE (KFOR)


Il 9 giugno 1999 il Consiglio Atlantico della Nato ha approvato l'activation order, cioè il piano operativo delle nazioni dell'Alleanza atlantica. E' stato richiesto alle nazioni che partecipano al contingente militare di mobilitare le forze e di inviarle in Macedonia base di partenza dell'intera operazione.
Al momento nell'ex-Repubblica jugoslava confinante con il Kosovo vi sono 17.000 soldati Nato, che dovranno diventare 50.000 per l'Operazione "Joint Guardian".
La forza internazionale è indicata in sigla come KFOR (K.Force, forza del Kosovo).
Il Kosovo è stato diviso in 5 zone affidate alle componenti della KFOR:
1) zona di Pristina - Inglesi (13.000 uomini);
2) zona di Pec - Italiani (5.000);
3) zona di Prizen - Tedeschi (8.000); zona di Gnjilane - Americani (7.000);
4) zona di Podujevo - Russi;
5) zona di Mitrovica - Francesi (7.000).
L'11 giugno i Russi, senza avvertirmento, hanno preceduto le truppe inglesi a Pristina.
Dopo alcuni giorni di trattative, che hanno evidenziato profondi dissensi, si è raggiunto a Helsinki il 18 giugno l’accordo tra la Russia e gli Usa sulla forza di pace in Kosovo. Il patto è stato approvato dalla Russia e dalla Nato. La Russia manda in 3 settori (americano, tedesco e francese) del Kosovo 2850 uomini e presiederà l’areoporto di Pristina. Il comando della missione sarà autonomo, ma sotto il controllo tecnico della Nato. La direzione politica spetta al Consiglio atlantico in consultazione con quello russo-alleato, formato a Bruxelles nel 1997.
L’esercito serbo si è ritirato dal Kosovo, il 20 giugno. E in quella data la bandiera dell’Onu è stata issata a pristina. La Nato ha dichiarato ufficialmente la fine dei raid aerei.
Dopo la proclamazione della tregua e del disarmo dell’UCK si verificano scontri tra la Kfor e gruppi armati e si contano i morti anche tra i soldati delle truppe internazionali, che devono contrapporsi alle rappresaglie albanesi contro i Serbi.
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Le truppe della Kfor hanno scoperto fosse comuni e stanze di tortura e hanno raccolto documentazione di atti delittuosi compiuti dai serbi. Questi documenti hanno confermato sul terreno probatorio le accuse di crimini contro l'umanità contro Milosevic, ma hanno anche rivelato fatti ed episodi diversi da quelli finora contestati. Secondo il procuratore capo del Tribunale dell'Onu per la ex-Jugoslavia, Luoise Arbour, si prevede si possa delineare l'accusa di genocidio. Sono arrivati in Kosovo agenti della F.B.I. per raccogliere documenti e testimonianze.

(La scheda è tratta da "Il Corriere della sera", 10 giugno 1999)

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