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Gli attori
della guerra sono schede di documentazione e di approfondimento:
A) CRISI
DELLA JUGOSLAVIA : 3 schede danno una cronologia da Tito alla guerra nel Kosovo (Tito, La dissoluzione della Jugoslavia, Storia del Kosovo);
B) LA GUERRA
: 8 schede propongono lo svolgimento della guerra (I profughi e la
pulizia etnica, La posizione di Clinton, Missioni Nato, Slobodan Milosevic, UCK, Traffici internazionali, Gli Stati Uniti, Il ruolo dell'Europa, La posizione dell'Italia, Il bilancio di
guerra.
C) LA TREGUA E
LA PACE : 5 schede riproducono gli atti per giungere alla tregua e l'attuazione del
piano di pace : I discorsi della pace, La
forza internazionale di pace (KFOR), La ricostruzione,
Il dopoguerra dei Serbi, Fosse comuni e
resa dei conti.
D) DOCUMENTI
: 11 schede riportano i documenti significativi delle tappe della guerra e della pace (Costituzione italiana e Dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo, Il discorso di Kosovo Polje, Il memorandum dell'Accademia delle scienze, La risoluzione dell'Onu 1998, Gli
accordi di Rambouillet, I punti del G8, I 10
punti dell'Onu, L'incriminazione di Milosevic, La risoluzione dell'Onu per la pace, Il
Tribunale Penale Internazionale, Il decalogo del G8;
E) COLLEGAMENTI
: 2 schede, una dedicata a Mass-media e guerra e l'altra a Altre emergenze;
F) STRUMENTI
DI CONSULTAZIONE : Cronologia, Bibliografia
storica, Bibliografia essenziale, Bibliografia
letteraria, Sitografia, Filmografia.
Le parole chiave
sono percorsi di lettura, suddivisi in 8 temi, emersi dal lavoro di documentazione
e di raccolta di commenti. Si tratta di brevi antologie di articoli e saggi di
giornalisti, storici, politologi, scrittori, registi, scelti per fornire lo scenario delle
diverse posizioni sul conflitto e il contesto storico. politico e sociale. Le antologie
vogliono offrire qualche suggerimento per costruire possibili percorsi, che consentano
confronti e diversificazioni.
1. In Pace e
guerra vengono proposte 5 opinioni contrastanti al fine di dare il senso del
dibattito molto acceso, soprattutto nell'ambito della sinistra, sulla guerra, sui principi
umanitari, sul valore della pace.
* Paolo Flores D'Arcais La sinistra per la guerra umanitaria, * Luisa Muraro Il ripudio della
guerra, * Francois Holland Il consenso dell'Europa, * Andrè
Glucksman Democrazia e totalitarismo, * Giovanni Sartori Una guerra
sbagliata.
2. Il tema dei diritti è stato il più rilevante nelle dichiarazioni
dell'Alleanza Atlantica: la guerra, definita umanitaria, è necessaria perché in Kosovo
si sta perpetrando il genocidio degli albanesi per ordine del nuovo Hitler che è
Milosevic, (Clinton). Due intellettuali ebrei mettono in guardia dalla semplicistica
assimilazione dei massacri serbi alla Shoah (Grossman e Karol), mentre un giornalista
americano, già un anno prima del conflitto, fa capire come il termine genocidio sia un
mezzo di propaganda usato da entrambe le parti per giustificare la violenza (Cohen). La
Nato non può permettersi perdite tra i soldati per non indebolire il consenso
dell'opinione pubblica dei paesi democratici, ma le vite dei serbi hanno valore inferiore?
(Dal Lago).
* Bill Clinton La guerra per i diritti, *
Alessandro Dal Lago Asimmetrie di vite umane, * David Grossman, K.S. Karol, Roger Cohen Genocidio.
3. I
profughi. La popolazione albanese del Kosovo, colpita dalla violenza dei Serbi e
terrorizzata dalle bombe della Nato, fugge e si mette in cammino verso un luogo di
accoglienza che non c'è. Vive condizioni di spaventosa precarieteà, che vengono indagate
da un antropologo (Salza) e da uno psicologo (Ammaniti).
* Alberto Salza I dislocati, * Massimo
Ammaniti I traumi psicologici.
4. Identità
etniche è antropologicamente una costruzione culturale (Salza), ma è anche una
forma di identificazione collettiva di natura politica (Hobsbawm) e l'ex-Jugoslavia è un
punto di osservazione privilegiato della disintegrazione di una convivenza multietnica e
della formazione degli Stati monoetnici (Dogo).
* Alberto Salza Una costruzione culturale, * Eric Hobsbawm Le identità collettive,
* Marco Dogo La
democrazia monoetnica.
5. I Balcani,
lungo tutto il XX secolo, interferiscono nella storia italiana ed europea, ma per noi sono
una regione del mondo sconosciuta storicamente e culturalmente, eppure determinante nella
storia europea (Ginsborg). L'operazione politica di distruggere il mito di Tito (Negri)
apre contrasti e conflitti, che rendono problematica la transizione dal comunismo alla
democrazia (Matvejevic). Alla fine del XX secolo i Balcani diventano nuovamente
un'emergenza assoluta per l'Europa (Calabrò) e per gli Usa (Calvo Platero). E le
responsabilità dell'Italia, nella guerra come nell'opera di ricostruzione, sono connesse
all'importanza strategica dei Balcani (Caracciolo). La morfologia del territorio offre
spunti per capire la specificità del percorso storico di quei paesi e dei loro
ineludibili legami reciproci (Matvejevic, Franzin).
* Alberto Negri La distruzione del mito di Tito, * Marco Calvo Platero La nuova strategia
mondiale, * Antonio Calabrò L'Europa e il Mediterraneo, * Luca Caracciolo Le reponsabilità dell'Italia,
* Paul Ginsborg, La
crisi della Jugoslavia, * Predrag
Matvejevic La transizione dal comunismo, * Predrag Matvejevic I terremoti,
* Renzo Franzin I
confini liquidi.
6. Sui Serbi
l'informazione è stata carente lungo tutto il conflitto e anche nel dopoguerra. I
motivi possono essere rintracciati nella censura del regime jugoslavo, nella reticenza del
governo italiano, nella propaganda della Nato, nella forte ideologizzazione di quasi tutti
i giornalisti. La stessa distruzione della Tv di Belgrado, strettamente controllata dal
potere, come delle radio e Tv private, hanno comunque interrotto un flusso di
informazioni. I Serbi non hanno potuto apprendere cosa accadeva nel Kosovo e noi abbiamo
sentito pochissime voci serbe (Nava, Messaggi e-mail). Le opinioni, che sono giunte in
Italia, sono di personalità della cultura jugoslava, oppositrici di Milosevic, che
esprimono il dolore del popolo vittima della guerra ( Zajovic, Srbljanovic), ma anche la
creatività e la capacità di reagire alla tragedia (Kusturica).
* Massimo Nava L'esercito serbo, * Stasa
Zajovi Le donne in nero, * Messaggi, * Biljana Srbljanovic Era necessaria questa
tragedia?, * Emir Kusturica L'anima slava.
7. La
guerra postnazionale. La guerra nel Kosovo è una guerra per molti aspetti nuova,
che pone problemi inediti. La difesa dei diritti umani è più importante della sovranità
nazionale degli Stati (Havel). Le modalità del conflitto rendono necessaria una nuova
definizione della guerra, rispetto a quella ottocentesca di Clausewitz. (Pinzani). Si
tratta di una guerra postnazionale, che prefigura un nuovo ordine internazionale. La
potenza mondiale determina il diritto e la morale (Beck).
* Victor Havel I diritti umani sono divini, * Carlo Pinzani Una nuova definizione di
guerra, * Ulrich Beck Il potere globale.
8. Il
giornalismo di guerra si è dimostrato in larga parte unilaterale e giocato più
sulle emozioni che sull'informazione e sulla riflessione razionale (Massing, Maltese,
Ottone). In Tv si sono trasmesse più parole che immagini (Garimberti). Si riscontra un
generalizzato neoconformismo e molta propaganda (Chomski), ma qualcuno contraddice questo
giudizio (Colombani).
* Michael Massing L'informazione
della Cnn, * Jean-marie Colombani Neoconformismo, * Paolo
Garimberti Immagini e parole, * Curzio Maltese Linguaggi,
* Piero Ottone Morale e
razionalità, * Noam Chomski, La propaganda, * Laurana
Lajolo informazione di guerra.
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