John Pilger, Prede di guerra, il Manifesto, 15 dicembre 2001. Dall'11 settembre, la "lotta al terrorismo" fornisce ai paesi ricchi il pretesto per estendere il loro dominio sugli affari mondiali. Comunque la si voglia considerare, è una guerra dei ricchi contro i poveri.......................
Marco D'Eramo, Boomerang imperiale, il Manifesto, 20 novembre 2001.  In italiano si potrebbe tradurre con Boomerang. In inglese si chiama Blowback (letteralmente "contraccolpo", "che ti scoppia contro"), un termine coniato dalla Central Intelligence Agency (Cia) per uso interno e che poi ha preso a circolare tra gli esperti di politica internazionale, e che indica le involontarie conseguenze di politiche tenute segrete ai cittadini americani. "Quelle che la stampa riporta come perfide azioni di 'terroristi', o di 'narcotrafficanti' o di 'stati criminali', spesso si rivelano essere solo blowbacks di precedenti azioni americane" scrive Chalmers Johnson nel lilbro che s'intitola appunto Blowback. Il costo e le conseguenze dell'impero americano (tr. it: Gli ultimi giorni dell'impero americano, Garzanti 2001)..............................................................................................................................................
Raffaele Ibba, La linea d'ombra di Kabul, Golem n. 10 novembre 2001, <http://www.enel.it/it/enel/magazine/golem/default.asp>. La presa di Kabul e di Kandahar non risolve affatto la guerra in Afghanistan né, per il momento, il problema del terrorismo. La documentazione delle città "liberate" dai Talebani, dai burka e dalle barbe, secondo una iconografia ricorrente delle masse in strada e che accomuna l'immaginario di molte "liberazioni", non toglie inceretezza al futuro della guerra: il fatto è che la guerra voluta da Bush junior non può essere soddisfatta da nessuna vittoria militare ottenuta sul campo. Questa opinione è stata espressa molto prima che la caduta di Kabul fosse prevedibile a così breve scadenza..........................................
Guido Martinotti, Ecco perché Rambo non ci salverà, Reset, novembre 2001. "Attacco! L’è el gran dì. Ma chi capisen no che semm dree anda a muriì" canta con ironia amara il fantaccino della Prima Guerra Mondiale. Ed è difficile non condividere questo senso di fallimento morale e intellettuale mentre sentiamo le notizie di centinaia di aerei e navi che si muovono nel Golfo Persico. Come nella triste canzone popolare c’è chi suona la tromba. E che lo facciano Bush e (parte de) il suo governo non stupisce nessuno. Ma perché tutti gli speakers(esses) delle radio di stato devono assumere quel tono marzial-trionfale quando raccontano delle navi che partono e degli aerei che volano verso il Golfo Persico?.......................................................................................................................
Remo Ceserani, Viaggi mentali tra Kabul e Kandahar, il Manifesto, 18 novembre 2001. Frammenti di fiction nei confini dell'Afghanistan: dal Kipling dell' Uomo che voleva essere re, al Flashman scritto da MacDonald Fraser. Fino all'immaginario di Sherlock Holmes in A Study in Scarlet e al viaggio fiabesco di Margaret Atwood.........................................................................................................................................................
Lucio Caracciolo, I miti distrutti dalla guerra in Afghanistan, la Repubblica, 16 novembre 2001. Più i problemi si complicano, più cerchiamo risposte semplici. Così anche dopo lo shock dell'11 settembre, talmente violento da spingerci ad afferrare qualsiasi galleggiante a portata di mano. La fiera dello stereotipo. Alla caccia di una parola chiave, magari spiacevole, ma utile a configgere in uno stampo il mondo che ci scappa di mano. E darci l'impressione di dominarlo. Un ansiolitico, per resistere e per combattere una guerra che ci è stata imposta. La partita non è ancora vinta. Ma il collasso apparente del sistema taliban ci permette di riesaminare con relativo distacco quegli stereotipi, e di scartarne qualcuno..........
Jean Baudrillard, Lo spirito del terrorismo, La Stampa, 5 novembre 2001. Eventi mondiali ne abbiamo avuti, dalla morte di Diana ai campionati di calcio. Eventi violenti e reali anche, dalle guerre ai genocidi. Mai però avevamo avuto un evento di portata mondiale, cioè non solo di diffusione mondiale sul piano simbolico, ma capace di mettere a repentaglio la globalizzazione stessa. Con gli attentati di New York e del World Trade Center siamo alle prese con l'evento assoluto..........................................
Remo Ceserani, Intellettuali sul filo dei nervi, il Manifesto, 4 novembre 2001. L' autunno è splendido negli Stati americani della costa atlantica: una stagione placida, prolungata, malinconica, colori vivacissimi, giornate corte, notti limpide. E' la stagione più bella, cara a poeti come Robert Frost. Comincia trionfalmente con le ultime giornate dell'estate, culmina malinconicamente nella macabra allegria, di origine irlandese, dei culti mortuari e delle beffe scherzose di Halloween. Quest'anno, purtroppo, l'atmosfera è assai diversa.........................
Edward Said, Lo scontro delle ignoranze, la Repubblica, 1 novembre 2001. L'articolo di Samuel Huntington "The clash of civilizations?" ("Scontro di civiltà?") apparve nella primavera del 1993 su Foreign Affairs e subito suscitò una sorprendente quantità di attenzione e di reazioni. Dato l'intento, fornire agli americani una tesi originale sulla "nuova fase" della politica mondiale dopo la fine della Guerra fredda, i termini del ragionamento di Huntington apparvero irresistibilmente ampi, audaci, addirittura visionari.........................
Ahmed Rashid, A Torkham, il posto di confine, La Stampa, 1 novembre 2001. A Torkham,il posto di confine sulla cima del passo di Khyber, tra l’Afghanistan ed il Pakistan, una barriera costituita da una sola catena divide i due paesi. Dalla parte pakistana stanno le sentinelle di frontiera - paramilitari nelle loro "shalwar kameez" e turbanti. Era l’aprile del 1989.........
Tiziano Terzani, Il soldato di ventura e il medico afghano, Corriere della Sera, 31 ottobre 2001. Sono venuto in questa città di frontiera per essere più vicino alla guerra, per cercare di vederla coi miei occhi, di farmene una ragione; ma, come fossi saltato nella minestra per sapere se è salata o meno, ora ho l’impressione di affogarci dentro.......
Enzo Bianchi, Le apocalissi dell'11 settembre, la Repubblica, 27 ottobre 2001. Quello che è avvenuto l'11 settembre scorso si mostra sempre di più come una "apocalisse" nel senso etimologico e cristiano del termine: un "alzare il velo", una rivelazione di ciò che è l'uomo, di quello che l'uomo vuole e, perciò, opera.......................
Massimo Riva, La guerra del greggio si fa, ma non si dice, la Repubblica, 23 ottobre 2001. Nel dibattito sulla campagna militare contro Osama Bin Laden e il regime talebano in Afghanistan, c'è una parola che ogni tanto compare e però fa fatica a conquistare quella centralità che le sarebbe dovuta. Questa parola è "petrolio"......
Luciano Gallino, Com'è vulnerabile il mondo globalizzato, la Repubblica, 21 ottobre 2001, Poco dopo l'attacco alle Twin Towers diversi commentatori han cominciato a chiedersi quali potrebbero essere le sue conseguenze sul processo di globalizzazione. Ora che è iniziata la guerra, oggi in Afghanistan domani chissà, il medesimo interrogativo si ripropone con maggior forza. Finora le risposte convergono su una singola interpretazione.......
Alessandro Portelli, Anti e filo americanismo. i luoghi comuni, il manifesto, 20 ottobre 2001. "Cosa vuoi che ti dica... è difficile conciliare l'anima antiamericana che la Lega ha sempre avuto con il fatto che oggi ti devi schierare per forza." Così parla Giuseppe Baiocchi, direttore di La Padania, quotidiano della Lega Nord, partito governativo (il manifesto, 18 ottobre). Mentre infuriano le critiche all'"antiamericanismo" dei ragazzi che hanno marciato da Perugia ad Assisi in jeans e al suono del rock, antiamericani ben più viscerali e molto più ignoranti si preparano a marciare a sostegno della guerra in una marea di bandiere a stelle e strisce.......
Umberto Eco,  Scenari di una guerra globale , la Repubblica, 15 ottobre 2001. La questione che agita la coscienza di tutti in questi giorni non è se il terrorismo sia bene o male e se vada debellato, anche in modo violento: su questo, almeno in occidente e in molti paesi arabi, il consenso è unanime, e persino un pacifista ammette che una dose di violenza sia indispensabile in ogni reazione di legittima difesa. ...... I veri problemi sono altri due: se la guerra sia la forma giusta di violenza e se lo scontro che ci attende debba diventare uno scontro di civiltà, o di culture che dir si voglia, ovvero una guerra tra oriente e occidente.........
Ci vuole una Onu delle culture un'intervista a Jeremy Rifkin dal sito di BOILER http://www.boiler.it. Le armi sono necessarie ma non bastano, se ci limitiamo a fare la guerra creeremo altri terroristi. La nostra risposta dovrà essere estremamente sofisticata e dovrà coinvolgere la cultura e la formazione in tutto il pianeta. Spero che usciamo da questa crisi anche creando una organizzazione mondiale della cultura......
Massimo Campanini, I radicali dell'Islamismo, il manifesto, 11 ottobre 2001. I fratelli musulmani nascono nel '28 in Egitto, e il movimento islamista si fa più movimentista. I primi atti terroristi avvengono durante la II guerra mondiale. Repressi duramente, riemergono. E si rafforzano dopo la sconfitta nella guerra dei "Sei giorni", nel '67. La questione nazionale palestinese ne è una forte componente......
Giulietto Chiesa, La mattina dopo, dal sito di Emergency <http://www.emergency.it> E' la mattina dopo il primo attacco americano sull'Afghanistan. Ho visto le televisioni, ieri sera, ho ascoltato toni, commenti. Sono angosciato per la guerra che comincia e per i commenti e i toni che ascolto. E' un'ondata bellicista che mai prima d'ora mi era accaduto di sperimentare. Non c'è spazio non solo per l'umanità e per la verità, ma neppure per la logica più elementare. E per la decenza.......
Umberto Eco, Le guerre sante: passione e ragione, la Repubblica, 5 ottobre 2001. Che qualcuno abbia, nei giorni scorsi, pronunciato parole inopportune sulla superiorità della cultura occidentale, sarebbe un fatto secondario. E' secondario che qualcuno dica una cosa che ritiene giusta ma nel momento sbagliato, ed è secondario che qualcuno creda a una cosa ingiusta o comunque sbagliata, [...] Quello che non è secondario, e che deve preoccupare un poco tutti, politici, leader religiosi, educatori, è che certe espressioni, o addirittura interi e appassionati articoli che in qualche modo le hanno legittimate, diventino materia di discussione generale, occupino la mente dei giovani, e magari li inducano a conclusioni passionali dettate dall'emozione del momento....
Intervista di Michael Albert a Noam Chomsky (4 ottobre 2001) Fonte: http://www.zmag.org/Italy/albert-int-chomsky.htm   Michael Albert intervista Chomsky ."Ho spedito sei domande a Noam Chomsky. Le sue risposte per e-mail..."

p. Gabriele Ferrari, Per non ripetere la stessa storia. Tra le riflessioni sugli attentati negli Usa segnaliamo l’intervento di padre Gabriele Ferrari, già Superiore Generale dei Missionari Saveriani, che in quella carica ha visitato molti Paesi del Sud del mondo, ed è attualmente impegnato in Italia e in Burundi. (Il testo completo dell’articolo di padre Ferrari è disponibile sul sito dei missionari saveriani: www.saveriani.bs.it, apparsa sul numero di ottobre della rivista dei Dehoniani, "Testimoni").

La jihad nell'era digitale, il manifesto, 2 ottobre 2001, intervista di Francesca Borrelli a Gilles Kepel. Parla Gilles Kepel Studioso del mondo musulmano e dei suoi movimenti fondamentalisti, ha ricostruito la galassia dei gruppi islamici di opposizione in un libro titolato Jihad. Ascesa e declino, Carocci editore. 
Giù dalle Torri, il manifesto, 28 settembre 2001, intervista di Jean Paul Monferran a Eric J. Hobsbawm. Molti commentatori hanno detto, nel giorno degli attentati che hanno colpito New York e Washington, che "stava cominciando il XXI secolo". Cosa ne pensa lei che, nel 1999, aveva detto "il secolo breve si è concluso con una crisi di tutti i sistemi, non semplicemente con il crollo del comunismo"?
Angelo Panebianco, Smemorati tra noi, Corriere della Sera, 26 settembre 2001. Se la guerra al terrorismo durerà anni bisognerà attrezzarsi per neutralizzare (con la parola, con la persuasione) il principale alleato di Bin Laden e soci in Occidente, la loro più preziosa "quinta colonna": il relativismo culturale. È un malanno di cui l' Occidente soffre da decenni. All' inizio, ha infettato alcune minoranze colte. Poi, veicolato dalla scuola e dai mass media, ha toccato ampi settori delle classi medie scolarizzate. È una forma di nichilismo nutrita dalla secolarizzazione e da una collettiva perdita di memoria storica.......

Umberto Galimberti, Togliamo i paraocchi ai valori dell'Occidente, la Repubblica, 19 settembre 2001. Dopo il crollo delle due torri di Manhattan l'Occidente ha improvvisamente riscoperto i suoi valori. Li ha riconosciuti nella libertà e nella democrazia, che ha faticosamente guadagnato nel corso della sua storia e, compatto, si sta disponendo a combattere il terrorismo islamico, il fondamentalismo e il fanatismo, individuati come minaccia per il futuro della propria civiltà. Così ridisegnato il quadro, si sa chi è il nemico e presumibilmente quali sono le cose da fare, che sono poi quelle che si sono sempre fatte quando il nemico è stato individuato. Questa logica è vecchia....

Tiziano Terzani, Quel giorno tra i seguaci di Bin Laden, Corriere sella Sera, 16 settembre 2001.
Sun Tzu, Cina, L' arte della guerra, scritto oltre 2.500 anni fa: "Soltanto coloro che calcolano molto vinceranno; coloro che calcolano poco non vinceranno e tantomeno vinceranno coloro che non calcolano affatto". Il mondo non è più quello che conoscevamo, le nostre vite sono definitivamente cambiate. Forse questa è l' occasione per pensare diversamente da come abbiamo fatto finora.........

Ahmed Rashid, I Talebani, grandi destabilizzatori della regione, Le Monde Diplomatique, novembre 1999